CATANIA – Davide Franco nuovo presidente del Calcio Catania, quasi nove mesi dalle dimissioni di Nino Pulvirenti. Un nuovo riassetto che sicuramente non ha sorpreso nessuno, anzi tutto tremendamente prevedibile qualsiasi direzione possa prendere il futuro societario in casa Catania. La figura di Davide Franco è ormai nota a tutti, quasi un curatore in pectore, un salva situazioni, una sorta di paracadute umano pronto a far atterrare nel migliore dei modi situazioni incrinate economicamente o votate al tracollo. L’unico flop, o meglio l’unica ciambella senza buco, la Fiorentina del buon Cecchi Gori e il suo affondare nei debiti, con la seguente scomparsa per lasciare spazio alla Florenzia Viola.
Ma il punto è un altro, in che direzione si va? E’ il passo verso uno scontato riassetto per favorire in maniera totale i passaggi generali verso una possibile cessione, vista l’ambivalenza nel ruolo di Franco anche in Finaria, Holding che detiene il 95% di Calcio Catania? Oppure le voci che parlavano di rilancio del gruppo Pulvirenti sono votate ancora al possesso del Catania con conseguente nuovo programma pronto a far tornare vecchi fasti in casa rossazzurra? E se fosse cosi, come ricucire uno strappo insanabile con la piazza, solo con i risultati e le eventuali scalate di categoria?
Tra tanti interrogativi due ipotesi e una certezza: partiamo dalla certezza che si chiama Torre Del grifo e la naturale divisione dal pacchetto Calcio Catania in termini di vendita. La triade di Finaria ha lavorato sodo e l’intento è proprio questo: scorporare il vero valore patrimoniale rappresentato da Torre del Grifo rispetto all’esiguo investimento pari a 3-4 milioni di euro più la situazione debitoria. Il pacchetto Torre del Grifo+Calcio Catania forse è stato poco digerito da chi ha provato a chiedere lumi sul “benedetto” prezzo di cessione. Cosi le strade sembrano tracciate: la prima porta ad un paradossale, quanto irriverente e non sappiamo quanto percorribile per i rapporti deteriorati con la piazza, rilancio di Finaria con dentro Calcio Catania.
Ma in questo caso il gruppo Pulvirenti dovrebbe rimettere mano al portafoglio con un rilancio di squadra e con un dispendio economico di almeno tre milioni di euro, più i debiti e il pagamento per Finaria della mutualità, rinegoziata., di Torre del Grifo. Oppure la seconda ipotesi legata alla cessione: chi compra non ha ceduto alle richieste economiche troppo pesanti e cosi scorporare l’Asset potrebbe comportare due trattative separate una legata all’acquisto del Catania, o con l’acquisto sulla base di debiti e 2-4 milioni di prezzo vendita oppure nessun indennizzo e solo la responsabilità di mettersi dentro la situazione debitoria. Torre del Grifo? Con il polifunzionale potrebbe scattare una trattativa sempre con lo stesso gruppo imprenditoriale interessato e pronto ad acquistare il club con una sorta di gestione di oneri e onori del centro sportivo e con un prezzo fissato di riscatto da versare entro quattro anni.
Così chi vorrebbe acquistare non uscirebbe denaro pesante quantificato in debiti per 18 milioni più il prezzo della struttura ma ammortizzerebbe tutto pagando la mutualità ogni anno e con i ricavi e la bravura di un buon amministratore delegato monetizzare i quattro anni tra promozioni e plusvalenze e nuovi introiti per il club che possano assorbire l’acquisto finale dell’impianto. Sia chiaro stiamo solo ipotizzando, ma sembrano queste le uniche due strade percorribili, tranne che un vero e proprio magnate, difficile trovarlo anche se porta il nome di Vergara by Mexico, metta fine a tutto acquistando e chiudendo senza batter ciglio il capitolo Pulvirenti legato alla Catania sportiva. Attendiamo.
