Disperso in mare, amici sotto choc |"Si è tuffato, poi è sparito" - Live Sicilia

Disperso in mare, amici sotto choc |”Si è tuffato, poi è sparito”

I sommozzatori dei vigili del fuoco impegnati nelle ricerche del giovane

Un amico di Chouaib Mounir racconta il drammatico pomeriggio di domenica all'Addaura.

PALERMO – Erano in cinque. Partiti da via Oreto, avevano raggiunto la stazione centrale e con la linea 107 erano arrivati in viale del Fante. Volevano trascorrere la domenica pomeriggio a Mondello e così sono saliti a bordo di un altro autobus per scendere nella zona dell’Addaura. “Avremmo dovuto percorrere a piedi ancora un po’ di strada, ma eravamo tutti insieme, ci piaceva passeggiare. Chouaib si è avvicinato alla scogliera, l’abbiamo seguito. Ed è stato in quel momento che è cominciato l’incubo”.

Venti minuti circa, interminabili. A raccontarli è A.L, un amico del ragazzo di 18 anni che non è più riemerso dopo essersi tuffato nella zona di “Acapulco”. Quel giorno era con il giovane marocchino, l’unico maggiorenne di quel gruppo di amici che si conosceva da una vita. “Abitando nello stesso quartiere abbiamo legato sin da subito. Anch’io ho origini straniere e con Chouaib siamo diventati subito amici. Per questo domenica avevamo deciso di andare a Mondello con suo cugino, mio fratello ed una nostra conoscente. Non avremmo mai immaginato che saremmo tornati a casa col cuore a pezzi, consapevoli che avevamo perso per sempre colui che consideravamo un fratello”.

Quello del giovane amico di Chouaib Mounir è un racconto straziante. Inizia con le urla, finisce con una speranza che va man mano spegnendosi. “Ci ha detto che voleva tuffarsi – racconta – noi abbiamo tentato di fargli cambiare idea, ma mentre parlavamo si era già messo in costume. Si è gettato in acqua, ha nuotato, dopo pochi secondi è risalito, dicendoci che era stato bellissimo e che avremmo dovuto tuffarci anche noi. Noi abbiamo detto che non ce la sentivamo: c’era molto vento, le onde erano alte, l’acqua torbida. Volevamo proseguire verso la spiaggia, per stenderci e giocare un po’ a pallavolo, visto che sono state montate le reti”.

Programmi che sono andati in fumo. A quel punto, infatti, il giovane marocchino avrebbe voluto fare un altro bagno. “E’ stato quel secondo tuffo ad essere fatale – continua  A.L – perché da allora è sparito, nessuno è stato in grado di aiutarlo. Il cugino si è gettato in acqua tentando di salvarlo, ma è stato trascinato dalla corrente ed ha rischiato di annegare. Allora un ragazzo che era vicino al nostro gruppo si è tuffato per salvare entrambi, ma è riuscito a tornare a riva solo col parente di Chouaib. Eravamo nel panico, terrorizzati. Abbiamo chiamato subito un’ambulanza, la polizia. Il vento era freddo, il mare sempre più agitato”.

Un pomeriggio di disperazione, di speranze pian piano disilluse. “Mi tremavano le gambe, ho ancora addosso molta paura. Gli ultimi momenti che ho trascorso con lui rispecchiano il suo modo di essere: libero, allegro, con un entusiasmo incontrollabile”. Nel frattempo stamattina il corpo del ragazzo è stato trovato nei pressi di una grotta dell’Addaura, non distante dal punto da cui si era tuffato. “Ci mancherà per sempre – conclude l’amico -. Chouaib è stato tradito da uno dei suoi amori più grandi, il mare. Noi non riusciamo ancora a darci pace”.

 


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