La riforma degli enti regionali | All'orizzonte tagli e fusioni - Live Sicilia

La riforma degli enti regionali | All’orizzonte tagli e fusioni

Palazzo d'Orleans, sede della presidenza della Regione

L'obiettivo: ridurre i costi ed evitare gli sprechi. Nella foto Palazzo d'Orleans

Il Ddl del governo
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PALERMO – La scure dei tagli potrebbe abbattersi anche sugli enti pubblici sottoposti a vigilanza della Regione. La giunta Crocetta ha presentato un disegno di legge per l’accorpamento, la soppressione e la privatizzazione di queste realtà, con l’obiettivo di ridurre o eliminare “il loro impatto sulle finanze regionali”. Il provvedimento nasce sulla spinta della Relazione della Corte dei Conti sul Rendiconto Generale della Regione del 2014. I giudici contabili hanno evidenziato “il numero elevatissimo di enti vigilati” che ha “favorito di fatto una difficile attività di controllo su taluni di essi, creando cosi una ‘zona d’ombra’ con ricadute finanziarie inevitabili sulla Regione”. Numero ed eterogeneità che hanno suscitato nei magistrati “seri dubbi sulla loro utilità, sul rischio di sovrapposizioni con uffici già esistenti e sull’effettività e tempestività dei controlli”.

Ed è una vera e propria riforma quella che il governo intende introdurre, che tocca tutti gli aspetti relativi alla gestione degli enti regionali. A cominciare dall’organico, la cui dotazione dovrà essere ridefinita in rapporto all’entità dei servizi effettivamente svolti da ciascun ente. Una previsione che riguarderà anche gli organismi di nuova costituzione che subentrano a quelli esistenti a seguito di processi di riordino. Gli enti avranno tre mesi di tempo per mettersi in regola dall’entrata in vigore della legge, pena la revoca degli organismi di amministrazione.

La riforma, che non si applicherà agli Enti del settore sanitario, introduce, poi, un sistema organico dei poteri di vigilanza e di controllo. In particolare, è prevista la decadenza degli organi per la mancata trasmissione dei documenti contabili e per il mancato assolvimento degli obblighi di pubblicità. Il ddl prevede la liquidazione coatta amministrativa, con la conseguente decadenza degli organi e la nomina di un commissario, nei casi di insolvenza, cioè quando la situazione economica dell’ente non consente di assicurare l’assolvimento delle funzioni indispensabili o di non far fronte a debiti liquidi ed esigibili. Il liquidatore, specifica il testo del provvedimento, non può procedere a nuove assunzioni, neanche per la sostituzione di personale in posti che si rendono vacanti.

Prevista, poi, la messa in liquidazione o l’accorpamento in organismi similari per quegli enti regionali i cui scopi sono cessati, non sono più perseguibili o che non possono più attuare i propri fini statutari. L’apertura della procedura di liquidazione comporta anche la decadenza degli organi. Prevista, poi, la nomina di un commissario straordinario nei casi in cui gli enti non deliberino i documenti contabili consuntivi nei termini stabiliti o nei casi in cui questi presentino, per tre esercizi consecutivi, un disavanzo di competenza. Il commissario avrà il compito, entro un termine circoscritto, di deliberare i Bilanci, di risanare gli Enti e, nei casi in cui ciò risulti impossibile, di proporre la liquidazione coatta amministrativa o la liquidazione ordinaria.

Il ddl, inoltre, affida la gestione delle procedure di liquidazione all’Ufficio speciale per le liquidazioni, stabilendone tempi e modalità. Ufficio che sarà sottoposto al controllo di un revisore unico, nominato dall’assessore all’Economia. Per quanto riguarda il personale assunto mediante concorso pubblico è prevista la possibile assegnazione al ramo di amministrazione o altro Ente che ne abbia assunto i compiti e le funzioni.

 

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