Duplice omicidio nella cava| Ergastolo per l'assassino - Live Sicilia

Duplice omicidio nella cava| Ergastolo per l’assassino

Da sinistra le due vittime del delitto di Trabia, Gianluca Grimaldi e Giovanni Sorci, e l'omicida Francesco La Russa

L'anno scorso Francesco La Russa (nella foto) uccise il direttore e il capocantiere.

TRABIA – Ergastolo per Francesco La Russa. Fu lui a uccidere Gianluca Grimaldi e Giovanni Sorci all’interno di una cava a Trabia. Lo fece con l’aggravante della premeditazione. La sentenza è del giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Termini Imerese, Stefania Gallì. Nessuno sconto di pena per l’imputato nonostante avesse scelto il rito abbreviato. Grimaldi aveva 39 anni e della cava era il direttore. Sorci, 59 anni, era il capocantiere. Hanno lasciato mogli e figli. Orfani e vedove che da quel giorno non trovano pace.

A scatenare la furia omicida di La Russa, così lui raccontò, era stato il licenziamento dalla cava Buttitta sequestrata per mafia e affidata ad un amministratore giudiziario. In realtà era stato messo in mobilità, percependo uno stipendio decurtato. E, come spiegò nell’immediatezza dei fatti l’avvocato e amministratore Gaetano Cappellano Seminara, sarebbe presto tornato a lavorare a tempo pieno grazie all’arrivo di una nuova commessa.

La Russa, 49 anni, nel settembre scorso era sceso da casa armato di una pistola calibro 9×21. Arrivò in contrada Giardinello, a Trabia, entrò nell’ufficio e fece fuoco prima contro Grimaldi. Tre colpi sparati frontalmente. Il quarto, quello di grazia, lo raggiunse alla nuca. Nel frattempo aveva colpito alle spalle anche Sorci che tentò disperatamente di fuggire. Anche su di lui, ormai riverso per terra nel corridoio, fu esploso il colpo di grazia alla testa. Un terzo uomo, il ragioniere, riuscì a mettersi in salvo.

Dopo il delitto l’assassino si allontanò in macchina, cercando rifugio in campagna dove lo scovarono gli agenti del commissariato di Trabia. Fu lui stesso a fare ritrovare la pistola, che aveva nascosto nell’armadio di casa. Erano i giorni in cui esplodeva la polemica sulla gestione dei beni confiscati che coinvolgeva, oltre a Silvana Saguto, anche Cappellano Seminara.

Il giudice ha disposto il sequestro dei beni per l’imputato e alcune provvisionali immediatamente esecutive in favore dei parenti delle vittime. I familiari di Grimaldi si erano costituiti parte civile con l’assistenza dell’avvocato Vincenzo Lo Re: “Il fatto che il giudice abbia negato le attenuanti generiche all’imputato fa presumere che avrà tenuto conto delle modalità efferate del delitto con il quale l’omicida ha giustiziato i due dipendenti”.

 


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