A Palermo pochi asili nido| Un bambino su due resta a casa - Live Sicilia

A Palermo pochi asili nido| Un bambino su due resta a casa

Il Comune si rivolge ai privati per tamponare l'emergenza.

PALERMO – Pochi asili nido pubblici, specie nel centro storico e nella Seconda circoscrizione, capaci di accogliere appena la metà dei bambini che ne avrebbero bisogno e con il personale ormai ridotto all’osso. E’ drammatica la situazione degli asili a Palermo: appena 25 strutture che non riescono a soddisfare le esigenze della quinta città d’Italia.

E’ per questo che il Comune ha deciso di rivolgersi ai privati, con sinergie e accreditamenti resi possibili dal Patto di azione e coesione (Pac): sono già quattro gli asili convenzionati e presto se ne aggiungerà un quinto. “C’è un bisogno forte di strutture di accoglienza per l’infanzia e il pubblico non riesce a garantire risposte, specie nel centro storico dove si registra una carenza cronica”, spiega l’assessore alla Scuola Barbara Evola.

Gli asili nido, per legge, accolgono i bambini fino a 3 anni ma ad oggi le 25 strutture pubbliche possono accogliere appena 900 bambine e bambini, praticamente la metà di quanti fanno richiesta, anche se il bisogno potrebbe essere molto più alto visto che tante famiglie rinunciano per via della crisi. Il problema principale, per il centro storico, è che la normativa richiede standard molto elevati per le strutture che difficilmente gli edifici più antichi possono soddisfare, a meno che non si ricorra agli asili nido condominiali. Basti pensare che nella parte più antica di Palermo si contano appena tre asili, di cui uno (il Palagonia) riservato ai figli dei dipendenti comunali e per il 30% aperto anche agli esterni.

Ma nel resto della città non va meglio. Nella Seconda circoscrizione si conta appena un asilo nido, nella Terza sono cinque, nella Quarta solo due, nella Quinta sei, nella Sesta tre, altrettanti in Settima e due all’Ottava. Ci sono poi alcuni casi limite, come il Tiepolo di Borgo Nuovo: costruito 40 anni fa, non è mai stato aperto ed è stato occupato dagli abusivi. “Ce ne sono tanti in queste condizioni – spiega l’assessore – a dimostrazione che non basta costruire le strutture, bisogna anche avere il personale per gestirle: servono educatori, ausiliari, portieri e almeno due cuochi per ogni asilo nido”. I comuni italiani per la maggior parte non possono fare assunzioni e ricorrere al turn over, tanto che Firenze ha appaltato alle cooperative i servizi pomeridiani per l’infanzia, e così l’unica soluzione sono i privati.

“Sarebbe giusto garantire strutture pubbliche, ma nelle condizioni in cui siamo non è facile – continua la Evola – con i fondi Pac riapriremo il Rallo e ristruttureremo Aquilone e Santangelo: se dovessimo però aprirli già oggi, non avremmo il personale sufficiente. E’ una battaglia persa in partenza”. Da qui la necessità di convenzionare i provati, accreditandoli: sono già stati siglati accordi con quattro asili in via La Malfa, XX settembre, Quarto dei Mille e Tempio. Praticamente una goccia nel mare.

 


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