Migranti, 700 morti in 3 naufragi | Annegati quaranta bambini - Live Sicilia

Migranti, 700 morti in 3 naufragi | Annegati quaranta bambini

La stima nasce dalle testimonianze dei sopravvissuti. In foto il peschereccio naufragato mercoledì

I numeri dell'agenzia Onu per i rifugiati
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POZZALLO – Secondo l’agenzia dei rifugiati dell’Onu, l’Unhcr, sarebbero oltre 700 le vittime di tre naufragi nel Mediterraneo in questi ultimi giorni. La stima, secondo quanto riferisce l’Unhcr, è data dalle testimonianze dei sopravvissuti.

Secondo l’Unhcr mancano all’appello un centinaio di persone dopo il naufragio di una prima barca, mercoledì. A questi si aggiungono circa 500 altri profughi dispersi dopo un secondo naufragio giovedì. Sulla barca senza motore trainata da un altro barcone, c’erano circa 670 persone. Quando la barca senza motore si è capovolta 25 sono riusciti a raggiungere l’imbarcazione che li trainava, 79 sono stati salvati dai soccorritori che hanno anche recuperato 15 cadaveri. Infine, 45 altri corpi sono stati ritrovati venerdì dopo un terzo naufragio e ci sono numerosi dispersi.

“Di fronte alla drammatica notizia dei 40 bambini morti annegati nel naufragio di giovedì sera, non posso che ribadire quanto già dichiarato ieri e provare un forte senso di rabbia, dolore e commozione. L’Europa unita osservi un minuto di silenzio e tutti gli italiani senza distinzioni di partito, razza, religione, cultura si uniscano per dire basta a questo genocidio di bambini che dall’Egeo ora tocca il Mediterraneo. I bambini non possono morire in mare”. E’ quanto dichiara il portavoce dell’Unicef Italia, Andrea Iacomini.

A Pozzallo, dove sabato son o sbarcate 699 persone, vengono fuori i racconti dell’orrore dei migranti. Persone esauste dalla lunga traversata, ragazzi picchiati in Libia per mesi prima di partire, una bimba di cinque anni che nel Paese nordafricano ha perso la mamma: sono i superstiti ai quali hanno dato assistenza i volontari di Emergency che si trovano nel centro ragusano. Migranti che arrivavano dall’Eritrea, dall’Etiopia, dalla Somalia, dal Ghana, dalla Nigeria, dal Pakistan. “Sono tutti esausti. Abbiamo incontrato H. in ipotensione: aveva avuto una crisi nervosa sulla nave. Quando si è ripreso è riuscito a dirmi solo il suo nome, che ha 16 anni e che ha visto morire un suo amico in mare. Poi ha pianto. Un pianto strozzato, quasi a non voler disturbare” racconta Giulia, mediatrice culturale di Emergency. “Abbiamo incontrato ragazzi picchiati in Libia per mesi. E abbiamo incontrato R., 5 anni, che ha perso la mamma in Libia. Sta bene, non ha bisogno del medico, non ha bisogno di medicine. Avrebbe bisogno di scuse. Vorremmo chiedere scusa a lei, a H. e a tutti coloro che arrivano. Vi chiediamo scusa per questo continente sordo e cieco” conclude Giulia.


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