Le lacrime di Serse Cosmi | L'umanità di un allenatore - Live Sicilia

Le lacrime di Serse Cosmi | L’umanità di un allenatore

Il comprensibile sconforto di un Brontolo cresciutello che sfocia in un pianto a dirotto dopo il pari col Pescara.

calcio - serie b
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TRAPANI – Non si può restare inerti davanti alle lacrime di Serse. Strazia il cuore vederlo rimpicciolito in una panchina troppo piccola per la sua amarezza, a stento contenuto, mentre si passa le mani sulla faccia buona da Brontolo cresciutello e scoppia in un pianto dirotto. Dice: ma esistono cose più importanti per cui lasciarsi andare alla pena. E chi può dirlo davvero? Siamo stazioni che aspettano il treno giusto da una vita. Se passa, se capisci che è già passato, se ti hanno fatto ciao con la mano dal finestrino, ma non si sono fermati per prenderti con loro, ecco un buon motivo per riscoprire il consòlo della tristezza sotto la buccia della fierezza.

Serse Cosmi, alla fine di una stagione incantata, culminata in un ingiusto disincanto, ha compreso che il diretto per la serie A non si sarebbe fermato a Trapani. E ha dato sfogo al suo umanissimo cordoglio: è vero, se sei un allenatore professionista sei anche un viandante, un cacciatore in cerca di fortuna, un rabdomante che elegge la sua dimora sporadica, lì, dove trova l’acqua, la sorgente di un giorno.

Ma ci sono posti in cui depositi il cuore, come dentro una teca, come dentro l’ampolla fatata in cui Paperone conserva la sua Numero Uno e si bea della beatitudine di bearsi di lei. E guardi il tuo cuore, in trasparenza, accendersi e palpitare di fremiti nuovi. Poi, nottetempo, arriva la Banda Bassotti e si prende tutto. Certo, il Pescara non ha rubato nulla, probabilmente ha meritato di più – come scrivono i calciofili – “nell’arco dei centottanta minuti”. Certo, l’allenatore abruzzese – Massimo Oddo, segnatevi questo nome – è stato garbato, affettuoso e signorile nel precipitarsi su quella panchina minuscola, tra le braccia del rivale appena sconfitto, per consolarlo, come farebbe un figlio nei confronti di un padre.

Però quanto distillato di fiele negli ‘episodi‘ (scriverebbero i calciofili): Scozzarella espulso all’andata per improvvida reazione, il due a zero. La speranza che si riaccende al ‘Provinciale’ – quanti ricordi rosanero in epoche lontane, quando qui giocava in esilio un lontanissimo Palermo per il gol che libera la corsa granata sotto la curva. Infine, ancora un pasticcio, ancora gli avversari che pescano la carta vincente di una palombella da quaranta metri. Così tutto lo zucchero diventò sale, in pochi secondi. Il sale delle lacrime di Serse, che ringraziamo per essere stato appena un uomo: uno che sa mettere la squadra in campo e il cuore nella sua onesta dimora.

“Le lacrime di un guerriero feriscono le stelle”, recita un antico proverbio. E la polvere ricade giù, in scaglie luminose, per condurti al pianto o al sorriso. La vita, ma che partita indimenticabile.


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