Un computer scatena la lite| Arrestato e poi scarcerato - Live Sicilia

Un computer scatena la lite| Arrestato e poi scarcerato

Foto d'archivio

Una banale lite in un paese delle Madonie ha fatto scattare l'ipotesi di estorsione.

PALERMO – La lite per un pc, un sms di troppo, forse uno schiaffo, di certo l’arresto con la pesantissima accusa di tentata estorsione. Un’accusa che, però, non ha retto al vaglio del giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Termini Imerese che ha rimesso in libertà Gabriele Giuseppe Albanese.

A Polizzi Generosa, piccolo centro madonita, fa parecchio discutere quella che sembrava una banale lite fra concittadini e che invece è sfociata nelle manette. Fabio Giampapa è un giovane di 24 anni. L’11 giugno scorso si è presentato in caserma per denunciare di essere rimasto vittima di una tentata estorsione da parte di Albanese. Un anno e mezzo fa, così racconta, aveva riparato il pc di Albanese. Quest’ultimo, però, gli contestò che, in realtà, aveva finito per romperlo. Giampapa gli avrebbe dato un suo computer in attesa che arrivasse il pezzo per la riparazione. Albanese, non contento, avrebbe iniziato a chiedergli 150 euro per il danno subito.

Iniziò un tira e molla. Fino allo scorso Natale quando Albanese spedì a Giampapa un sms fuori dalle righe: “Fai buon viaggio e divertiti perché ti assicuro che al tuo rientro sarà io a divertirmi con la tua faccia…”. Il 10 giugno scorso il fattaccio. Almeno è stato descritto dalla denuncia di Giampapa: “Mi ha preso ha schiaffi all’interno del centro di aggregazione”. E ha citato pure un testimone.

Albanese è finito in manette. Il pubblico ministero ha chiesto che venisse spedito agli arresti domiciliari. Ed invece il giudice Monica Stocco non ha convalidato l’arresto, accogliendo la richiesta dei legali della difesa, gli avvocati Salvatore Sansone e Toni Pantina. La motivazione può essere così riassunta. Giampapa non ha mai riparato il computer di Albanese e la richiesta dei 150 euro potrebbe essere inquadrata nell’ambito di un’inadempienza contrattuale; il messaggio di dicembre potrebbe anche essere stato dettato da un momento di “frustrazione ed esasperazione” per quel risarcimento danni che i due protagonisti avrebbero pattuito e al quale, invece, Giampapa “si sottraeva sistematicamente”; gli schiaffi nel centro di aggregazione non sono stati confermati dal testimone.

Tutt’al più, secondo il giudice, la faccenda potrebbe essere inquadrata nella meno grave ipotesi dell’esercizio arbitrario delle proprie ragione, ma aggiunge siamo di fronte ad un “nebuloso quadro istruttorio”. Insomma, Albanese non può essere arrestato.

 


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