Il sequestro del tesoro Rappa| La decisione slitta a settembre - Live Sicilia

Il sequestro del tesoro Rappa| La decisione slitta a settembre

La concessionaria Nuova Sport Car

I periti hanno chiesto novanta giorni di tempo per rispondere ai quesiti del Tribunale.

PALERMO – La decisione sul sequestro Rappa slitta a dopo l’estate. Per eseguire il supplemento di perizia richiesto dai giudici, i tecnici hanno chiesto novanta giorni di tempo. Si torna in aula a metà settembre. Sarà uno degli ultimi atti istruttori, poi la sezione Misure di prevenzione del Tribunale di Palermo deciderà se confiscare oppure restituire i beni agli imprenditori.

Il Tribunale ha chiesto ai periti di approfondire due aspetti. Primo: la provenienza dei beni della moglie di Vincenzo Rappa, morto a Palermo nel 2009 dopo essere stato condannato per mafia. Secondo: il Gruppo Rappa nel 2000, scrissero gli investigatori, aveva un’esposizione debitoria nei confronti delle banche di 250 miliardi di lire; nel 2007 la Sicilcassa cedette alla società Finmed di Milano i crediti vantati nei confronti delle società; la Finmed è controllata dalla Med Group, altra società del Gruppo, “che ha liberato da ogni vincolo ipotecario e di pretesa di terzi il consistente patrimonio immobiliare – aggiungevano gli investigatori – illecitamente costituito da Rappa Vincenzo immettendosi nella piena proprietà dello stesso”. Secondo l’accusa, “alla morte di Rappa il suo patrimonio è passato agli eredi, ma mentre Rappa era ancora in vita i nipoti Vincenzo Corrado e Gabriele, con articolate acquisizioni finanziarie hanno consolidato il controllo delle imprese”.

In passato, lo stesso Vincenzo Corrado, nipote di Vincenzo Rappa, nel corso di alcune dichiarazioni spontanee, spiegò che Finmed, a causa dei gravi inadempimenti contrattuali delle società del Gruppo Rappa, decise di esercitare i crediti vantati nei confronti di queste ultime tramite delle esecuzioni immobiliari. L’acquisto dei crediti vantati dalla Sicilcassa da parte di Finmed era stato effettuato mediante finanziamenti bancari e adeguati mezzi propri di Vincenzo Corrado Rappa, derivanti dagli alti redditi regolarmente dichiarati. “Ben venga qualunque approfondimento, l’operazione Finmed è una normale e lineare cartolarizzazione effettuata sotto l’egida della Banca d’Italia”, dissero alle scorse udienze i legali degli imprenditori.

Il valore del patrimonio Rappa è stato stimato in 800 milioni di euro. Si tratta di società, immobili aziende di pubblicità, la televisione Trm e la concessionaria “Nuova sport car”. A disporre il sequestro fu la vecchia sezione del Tribunale, allora presieduta da Silvana Saguto, oggi sospesa dal Csm. Le indagini era state eseguite dalla Dia. L’amministrazione giudiziaria era stata affidata a Walter Virga, pure lui sotto inchiesta dei pm di Caltanissetta.

Lo scorso dicembre la Cassazione ha bocciato i provvedimenti emessi nel marzo e nel giugno 2014, quelli che colpirono il figlio di Vincenzo, Filippo, e i nipoti. È rimasto, invece, in piedi il terzo sequestro, quello emesso nel febbraio 2015 quando arrivò una nuova misura di prevenzione patrimoniale, stavolta proposta dalla Procura, che riguardava direttamente Filippo Rappa e i figli Vincenzo Corrado e Gabriele. Gli imprenditori, secondo i pm Claudia Ferrari e Daniela Varone, sarebbero “socialmente pericolosi”.


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