Piano regolatore, Arcidiacono: |"Evitare di finire nel baratro" - Live Sicilia

Piano regolatore, Arcidiacono: |”Evitare di finire nel baratro”

I commissariamenti da parte della Regione potrebbero "scippare" al governo cittadino la pianificazione urbanistica.

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CATANIA – La Regione sta commissariando i Comuni privi di Piano regolatore generale. Lo ha fatto con Mascalucia, Paternò, e lo farà forse anche con Catania dove, il documento di programmazione urbanistica è fermo al Piccinato degli anni Cinquanta e dove, nonostante fosse praticamente pronto, l’attuale amministrazione ha congelato quello predisposto dalla precedente, guidata dal sindaco Stancanelli. Una situazione preoccupante, che potrebbe “scippare” al governo cittadino la pianificazione urbanistica. Sull’argomento, il vicepresidente del vicepresidente del Consiglio comunale, Sebastiano Arcidiacono, che da tempo chiede un nuovo Prg, ha pubblicato una riflessione che riportiamo di seguito.

“I dati di una crisi che facciamo finta di non cogliere. Leggendo i dati della popolazione residente in diminuzione, degli insediamenti abitativi accresciuti, dell’economia ancora legata ai lavori pubblici e alla programmazione urbanistica, non possiamo che riscontrare come siamo davanti a un declino che forse fingiamo di non cogliere. La città di Catania negli ultimi 40 anni ha perso circa 80 mila abitanti, passando dai 400 mila dei primi anni settanta agli attuali 320 mila. E mentre la gente lasciava l’area urbana, a Catania si provvedeva, contraddittoriamente, a realizzare nuovi insediamenti abitativi di edilizia popolare e convenzionata nei quartieri di Librino, San Giorgio, San Nullo e tutt’oggi attraverso i piani costruttivi ai sensi della L.R. 22/96. Si continua a gettare cemento nel pieno rispetto delle leggi a causa dell’assenza di pianificazione urbanistica e attraverso l’uso delle varianti non curanti dell’esistente che andrebbe riqualificato.

I dati degli ultimi 5 anni dell’economia legata ai lavori pubblici del settore edile rappresentano la conferma di assenza di pianificazione perché a fronte di una edilizia privata restano carenti i servizi. I parcheggi scambiatori da realizzare, per esempio, sono stati azzerati nel piano triennale 2015/17 per un importo complessivo di 169 milioni di euro (allegato 4), come se non fossero più utili anche ad immaginare una nuova mobilità a Catania. Altro esempio: le gare per lavori pubblici appaltate negli ultimi 5 anni sono appena 8,7 mln di euro (media annua), con la punta massima di 17 mln nel 2011 e minima nel 2014 per 0,7 mln di euro (allegato 3), con una stima di impiego media di solo un centinaio di addetti all’edilizia.

Allora, serve o no un piano regolatore (anche con un saldo a cubatura zero) che renda armonica la città? E’ pensabile migliorare Catania in assenza di uno strumento di pianificazione del territorio volto a rigenerare il tessuto urbano, rendendolo antisismico e a risparmio energetico senza attendere la chimera di quello metropolitano che non arriverà se non in tempi lunghissimi? La città per ritornare a essere una città in cui tornare a vivere, soprattutto i nostri giovani, ha bisogno di servizi, parcheggi, mobilità sostenibile, decoro e pulizia, di lavoro vero, di un Comune in grado di investire non 8/9 milioni attuali ma 100 milioni e per un periodo quantomeno decennale!

A tal proposito, che fine ha fatto Corso dei Martiri di cui abbiamo notizie solo per le innumerevoli conferenze stampa che si sono svolte? E il PUA, lo vogliamo ancora o non se ne deve fare niente? Questi progetti valgono 1Mld di euro, gran parte dei quali risorse di private che produrrebbero alcune migliaia di posti di lavoro! Tutto questo serve subito, quantomeno per evitare di finire silenziosamente nel baratro, giustificandosi dicendo che è stata una disgrazia. E invece no, era tutto previsto e anche chiaramente evitabile!”.


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