Ritardi nell'uso dei Fondi europei | Sicilia, ancora una bocciatura - Live Sicilia

Ritardi nell’uso dei Fondi europei | Sicilia, ancora una bocciatura

In ritardo, secondo i giudici contabili, anche il regolamento per il nuovo ciclo di programmazione.

La Corte dei conti
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PALERMO – Il risultato è “deludente”. Il giudizio è messo nero su bianco nella relazione della Corte dei conti, che “boccia” la gestione dei fondi comunitari della Regione Siciliana. E se da un lato i giudici contabili riconoscono una “forte accelerazione registrata nel corso del 2014, che aveva fatto registrare un notevole avanzamento alla spesa comunitaria”, dall’altro fanno notare come la spinta si sia esaurita nel 2015, anno che “si è concluso con un incremento della spesa di poco più di 268,8 milioni di euro, pari al 6,17 per cento”.

Un “deludente risultato, che mette in evidenza tutto il ritardo e la sofferenza del programma operativo”, ma sul quale, riconosce la Corte, “hanno anche influito fattori esterni”. Come ad esempio “il rallentamento dell’economia regionale per la lunga fase recessiva, la forte situazione di sofferenza del bilancio della Regione, la lunga e corposa attività necessaria per il riaccertamento straordinario dei residui che hanno bloccato, per un considerevole lasso di tempo, le procedure di spesa”. Tra le criticità che hanno ostacolato una ottimale gestione dei fondi europei, anche i “prepensionamenti che, dal secondo semestre del 2015, hanno provocato un considerevole depauperamento di risorse umane”.

Nel dettaglio, i fondi Fse non utilizzati dalla Regione ammontano al 22 per cento delle risorse disponibili. La Corte, infatti, ha registrato “un avanzamento di impegni giuridicamente vincolanti pari a 1.593,8 milioni di euro, una spesa certificata pari a 1.084,9 milioni di euro, corrispondente al 78% della dotazione finanziaria complessiva del programma”. Per quanto riguarda il Fondo europeo agricolo di sviluppo rurale (Feasr), l’obiettivo di spesa da raggiungere per evitare il disimpegno della quota comunitaria era di 238,5 milioni di euro. Nel corso del precedente esercizio finanziario, scrivono i giudici, sono stati erogati 222,1 milioni di euro, con uno scostamento negativo di 16,4 milioni.

La quota di fondi Fep assegnati alla Sicilia ammontava, invece, a 166,7 milioni di euro, “in misura superiore al 50 per cento delle risorse assegnate a tutte le altre Regioni dell’obiettivo convergenza”, fa notare la Corte dei conti. Ma “a causa del mancato raggiungimento del target minimo di spesa da parte delle predette Regioni, anche la dotazione finanziaria del programma della Regione Siciliana ha subito due disimpegni automatici di risorse: uno nel 2013, che lo ha ridotto di circa 19 milioni di euro, portandolo a quasi 147,8 milioni di euro; il secondo nel 2014, per un ammontare di circa 27 milioni di euro”. Fondo Fep che adesso ammonta a 131 milioni, perché la Regione ” a fronte del consistente overbooking registrato sugli impegni del programma, nel corso del 2015 ha ritenuto di richiedere ulteriori risorse aggiuntive”.

Un quadro complessivo per il quale i giudici contabili esprimono, “viva preoccupazione”, anche in base alla circostanza che “la Sicilia a fine 2015 si sia collocata al livello più basso fra tutte le regioni appartenenti all’Obiettivo convergenza, realizzando, in termini di certificazione della spesa dei fondi europei 2007/2013, un dato medio di poco superiore al 62 per cento”.

Altro elemento di preoccupazione per la Corte dei conti è “il ritardo con cui è stato approvato il regolamento per il ciclo di programmazione 2014-2020”. Un provvedimento pubblicato “a ridosso della data di prima ammissibilità della spesa, con ciò ipotecando sin dall’inizio l’avvio in ritardo dei programmi, compresi quelli regionali”. La Corte, pur riconoscendo “che gli ultimi esercizi sono stati caratterizzati da un notevole impegno profuso dagli Uffici”, bacchetta l’amministrazione regionale che “non sembra riesca a far tesoro delle negative esperienze del passato”. Ecco perché, concludono i giudici, “appare prevedibile che le lentezze nella fase di avvio del nuovo ciclo di programmazione si cumuleranno con i ritardi nella chiusura di quello precedente”.

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