Terremoto a Librino |I verbali di Nizza e Cristaudo - Live Sicilia

Terremoto a Librino |I verbali di Nizza e Cristaudo

Armi, business della droga ed equilibri nella famiglia mafiosa.

LE RIVELAZIONI DELL'INCHIESTA CARTHAGHO
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CATANIA- Ci sono i verbali del collaboratore Salvatore Cristaudo agli atti dell’operazione Carthagho dei carabinieri, che hanno arrestato, sotto il coordinamento del procuratore Carmelo Zuccaro, 34 affiliati al gruppo guidato da Andrea Nizza, il latitante più ricercato di Catania.

Un business, quello del traffico di droga, in grado di fruttare 80mila euro al giorno. E’ proprio il pentito Cristaudo a parlare dei rapporti tra la famiglia Nizza e gli Arena, “che hanno a disposizione un gruppo di uomini, hanno armi e sebbene non siano uomini d’onore, sono forti anche se hanno deciso di fare alleanza con Andrea Nizza e unirsi al suo gruppo”.

Il collaboratore inizia dal 2007, “quando Fabrizio Nizza comandava il gruppo Nizza, vi era un aspro contrasto tra Fabrizio e la famiglia Arena: questi ultimi in precedenza avevano fatto parte del clan Santapaola. Giovanni Arena, il padre degli Arena, in particolare, in passato aveva fatto parte degli gruppo di Picanello”. “Io – continua il pentito – ero minorenne all’epoca, quindi ciò avveniva all’incirca nel 1987, poi sono passati con gli Sciuto all’incirca nel 2007, inse guito quando Andrea Nizza è stato scarcerato e ha preso la reggenza del gruppo Nizza di Librino, gli Arena, in persona di Massimo che, in particolare, ha discusso con Andrea Nizza del business della droga, hanno ristabilito dei buoni rapporti con i Nizza, anche facendo affari insieme: ad esempio Massimo Arena ha aperto nei pressi del locale I Quattro venti un’agenzia di noleggio bici, nella quale però i Nizza non hanno alcun interesse, hanno ricevuto forniture di stupefacente da Andrea Nizza, marijuana, poi hanno anche finanziato insieme ad Andrea l’acquisto di fornitura di stupefacente”.

Secondo il collaboratore, “Gli Arena fanno parte del gruppo Nizza di Librino, del clan Ercolano – Santapaola sotto Andrea Nizza e cioò più o meno da quando Andrea ne ha assunto la reggenza”.

Salvatore Cristaudo conferma di conoscere “personalmente Massimo Arena, nonché il di lui fratello Maurizio Arena, specco con loro ho girato con i motorini per i quartieri per farci vedere, mi recavo presso la loro abitazione a Librino”.

IL BUSINESS DELLA DROGA – Il collaboratore parla degli Arena, di droga e armi a Librino: “Gli Arena hanno una loro fiorente piazza di spaccio, sotto la loro abitazione, piazza ove io ero solito recarmi. Hanno a disposizione un gruppo di uomini, hanno armi e, sebbene non siano uomini d’onore, sono forti anche se hanno deciso di fare alleanza con Andrea Nizza e unirsi al suo gruppo. Conosco anche gli altri fratelli Arena: Antonio e gli altri dei quali non ricordo i nomi, ma prciso che io ho avuto rapporti solo con Massimo e Maurizio Arena, Massimo Arena è più militare rispetto al fratello Maurizio nel senso che cammina sempre armato, io personalmente l’ho visto armato di una calibro 7.65, ma so che ha anche disponibilità di mitragliette, Ak 47, anche perché spesso Massimo Arena rappresentava di avere la disponibilità di varie armi”.

Continua Cristaudo. “Poco prima che venissi tratto in arresto, ricordo che Massimo Arena ha imposto che i fratelli Scordino, Chicco e Danilo, restituissero una mitraglietta che era stata regalata da Massimo ad Andrea Nizza, difatti, con la latitanza di Andrea, le armi di quest’ultimo erano passate nella disponibilità ai fratelli Scordino, poi con l’arresto degli Scordino, si diceva che il padre volesse vendere queste armi e pertanto Massimo Arena ne pretese la restituzione, non ricordo tramite chi, ma ritengo tramite il terzo fratello degli Scordino”.

Il pentito punta l’attenzione sull’allontanamento degli Arena dal gruppo Sciuto, “determinato anche dal fatto che, in occasione di una carcerazione dei fratelli gli Sciuto si disinteressarono della madre degli Arena che dovette andare a lavorare, facendo pulizie per potersi mantenere”.

Agli atti degli inquirenti ci sono anche le dichiarazioni del pentito Fabrizio Nizza: “Gli Arena facevano riferimento agli Strano di Monte Po. Dopo passarono a fare riferimento a Enzo Fichera dei Tigna. Infine passarono per la lite con i Cappello e mio fratello Andrea. Incontrai Agatino Arena a Siracusa e gli dissi che probabilmente sarei uscito presto. In carcere parlammo della possibilità di una nostra alleanza e lui si era quasi convinto, poi mi diedero il 41 bis…”.

 

 


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