Catania saluta la sua martire: | Adele uccisa dai terroristi - Live Sicilia

Catania saluta la sua martire: | Adele uccisa dai terroristi

La città listata a lutto nel giorno delle esequie cristiane di Adele Puglisi.

Il rito funebre
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CATANIA. È stato il giorno del dolore per la città di Adele Puglisi. La donna, 54 anni, di origini catanesi strappata brutalmente alla vita dalla furia omicida dei terroristi a Dacca, il 2 luglio scorso. “Una donna solare e sorridente”, così la descrivono i tanti amici che hanno voluto renderle omaggio questo pomeriggio in occasione dei funerali celebrati nella cattedrale di piazza Duomo a Catania. L’ultimo abbraccio a una donna libera, innamorata del suo lavoro, che amava i viaggi e girare il mondo. A prendere parte alla funzione funebre anche tanti uomini e donne di origini bengalesi, residenti a Catania, che hanno voluto stringersi al cordoglio della famiglia, per la morte di una donna rimasta uccisa nella strage che ha colpito il loro paese di provenienza, il Bangladesh.

Uno scroscio di applausi e un’ondata di commozione si levano dalla piazza all’arrivo del feretro. Ad attendere la bara un’enorme folla riversatasi davanti la cattedrale di Sant’Agata per assistere alla cerimonia funebre di Adele, assassinata insieme ad altri otto connazionali, mentre si trovava all’interno di un famoso caffè della capitale bengalese, da un commando terrorista che ha preso d’assalto il locale. A celebrare la Santa messa padre monsignor Gristina. Nella sua omelia l’arcivescovo si rivolge ai familiari della donna. “E’ una tragedia – dice – che ci colpisce, la morte è qualcosa che ci scuote sempre. Poi quando questa avviene in circostanze particolarmente drammatiche e dolorose è un momento ancor più eloquente che ci impone una riflessione. La morte di Adele ha attirato l’attenzione di tutti a livello nazionale. Nostra sorella Adele ci interpella. Ci spinge a farci delle domande, a interrogarci su questa ondata di odio, morte e violenza che travolge vite innocenti. Non dobbiamo rispondere con l’indifferenza, ma chiederci il senso della nostra vita. La nostra vita ha un significato straordinario se vissuto con la fede, non può essere smarrita. Nessuno muore per sé stesso”. Particolarmente significativo il messaggio di pace supportato infine dalle parole di monsignor Gristina: “Una guerra non ha nulla a che vedere con la religione. Nessun Dio può mai essere onorato attraverso la violenza”.

Con la sua morte Adele ha portato con sé anche l’amore che nutriva per la sua città. Tanti i pensieri degli amici: “Un’infanzia serena e un’adolescenza spensierata, sono i ricordi che ci porteremo per sempre nel cuore – è il messaggio letto da una amica durante la funzione- Il tuo sorriso era sempre contento e rassicurante. La tua casa era la nostra casa. Nessuno di noi ti ricorda arrabbiata o triste. Eri una persona mite, ma sempre protagonista”. Gli amici ricordano poi lo stretto legame che Adele aveva con la sua famiglia, in particolare con il fratello Matteo.

A partecipare alla cerimonia autorità dello stato ed esponenti delle istituzioni. “Grazie Adele – ha detto il sindaco Enzo Bianco – hai vinto comunque, nonostante la morte ignobile avvenuta per mano dei terroristi. Con la morte di Adele Puglisi sale a sei il numero dei cittadini catanesi rimasti uccisi in attentati terroristici. Questa città oggi è sconvolta dal dolore”. Seduti in prima fila accanto alle autorità i familiari di Adele, il fratello e la sorella, dilaniati dal dolore.

A conclusione della funzione, all’uscita del feretro, non è mancato un pensiero rivolto altre vittime della strage terroristica di Dacca. Un lunghissimo striscione sorretto da ragazzi con la scritta: “Un abbraccio ai nove amici martiri di Dacca”.

 

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