Le case contese dei poliziotti| Arrivano gli sfratti: "Un incubo" - Live Sicilia

Le case contese dei poliziotti| Arrivano gli sfratti: “Un incubo”

Lo striscione collocato davanti al residence di via MT

Oggi la protesta dei poliziotti che abitano nella zona della Riserva Reale. "Non andremo via da qui".

PALERMO, IL CASO
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PALERMO – “Noi poliziotti, pensionati e vedove non usciremo da queste case”. Quello striscione parla chiaro e ribadisce con forza le intenzioni di chi in questi giorni ha già ricevuto lo sfratto da parte del Comune.

E’ una storia infinita quella che riguarda più di 130 poliziotti ai quali, negli anni, sono stati assegnati gli alloggi in via MT 37 ed MT 39, nella zona della Riserva Reale. Le assegnazioni sono state effettuate nell’ambito di un concorso indetto nel 1995 dalla Prefettura, ma nei vent’anni successivi, si sono susseguite opposizioni e ricorsi da parte dei colleghi poliziotti che hanno rivendicato il proprio diritto di entrare in possesso di quegli appartamenti e il Tar ha annullato la prima graduatoria.

“Ma non hanno più i requisiti”, dice chi abita in quelle case ormai da anni ed oggi ha organizzato un sit-in per far valere le proprie ragioni. Da giorni, nel frattempo, in via MT37, arrivano le notifiche degli sfratti esecutivi. “Siamo arrivati a questo punto – spiega un ispettore attualmente in servizio che abita in uno degli alloggi da vent’anni -. Nessuno di noi è un abusivo, la graduatoria successiva non è mai stata applicata ed oggi, vedove, pensionati e noi stessi, ancora in servizio e servitori dello Stato, rischiamo di perdere la nostra casa”.

Sono una ventina gli sfratti già notificati ai poliziotti di via MT 37: “Ci viene intimato di lasciare gli alloggi entro quindici giorni. La polizia municipale può arrivare in ogni momento e in caso della mancata presenza degli inquilini, ha il diritto di cambiare la serratura. Viviamo un incubo”.

“Chiedo urgentemente al Prefetto di Palermo la convocazione di un tavolo che affronti in maniera definitiva una sperequazione perpetrata nei confronti delle vedove e degli agenti della Polizia di Stato in pensione – dice il vice presidente della IV commissione all’Ars, Pietro Alongi -. Sulla questione sembrano esserci due pesi e due misure. Infatti, lo stesso trattamento non è stato riservato ai carabinieri e agli agenti della guardia di finanza che risiedono nella stessa zona. Il sindaco di Palermo abbia un sussulto e si occupi di una vicenda che per cavilli di lana caprina ha notificato oltre venti sfratti. E’ una vergogna. Auspico che ad ogni livello istituzionale ognuno faccia la sua parte affinché non si consumi uno scellerato disegno che vedrà abbandonati vedove e poliziotti che hanno servito e onorato lo Stato. La battaglia continueremo a condurla, insieme al consigliere Antonio Abbonato, al fianco dei poliziotti fino a quando le istituzioni preposte non daranno risposte adeguate”.

“Un gruppo di cittadini, per la maggior parte agenti di polizia, hanno protestato stamattina in via Filippo Raciti ex via MT 39, dopo aver ricevuto dal  Comune di Palermo, alcune ordinanze di sfratto esecutivo, per lo sgombero degli alloggi a loro stessi assegnati dalla Prefettura e dallo Iacp nel 1995, a seguito di un bando pubblico vinto un anno prima. Da allora è stato un susseguirsi di ricorsi, sentenze e contro ricorsi di tutti contro tutti – dicono il presidente della IV Circoscrizione Silvio Moncada e il consigliere Ninni Abbate – fino all’emissione di alcune ordinanze di sgombero, emesse alcuni giorni fa dal Settore Patrimonio del Comune, che ha dato agli attuali residenti, 15 giorni di tempo per lasciare gli alloggi occupati, secondo il Comune, abusivamente. E’ una vicenda pirandelliana – aggiungono – non vogliamo entrare nel merito di vicende legali che ovviamente faranno il loro corso, ma la cosa assurda è che dopo oltre 20 anni, l’amministrazione comunale dia il termine perentorio di 15 giorni per sgomberare gli alloggi, per altro occupati da agenti di polizia servitori dello stato, senza cercare di giungere ad una soluzione pacifica della vicenda. Chiederemo al sindaco – concludono Moncada e Abbate – al Prefetto e al Questore di convocare in tempi brevi un incontro con tutti i soggetti interessati, per trovare soluzioni condivise, che siano meno traumatiche possibili”.


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