Squalifica per Cecchinato | Lungo stop e multa pesante - Live Sicilia

Squalifica per Cecchinato | Lungo stop e multa pesante

Il giocatore palermitano è stato sospeso per 18 mesi, con una sanzione di 40mila euro.

PALERMO – Un fulmine a ciel sereno arriva al culmine di un procedimento avviato ormai diversi mesi fa. Marco Cecchinato è stato squalificato per 18 mesi e ha ricevuto una multa di ben 40.000 euro dal Tribunale Federale della FIT. I capi d’accusa nei confronti del tennista palermitano sono i seguenti: aver alterato l’esito del match contro Majchrzak allo scopo di ottenere guadagni illeciti per sè e per Riccardo Accardi, un altro degli imputati; aver scommesso tramite gli account riconducibili allo stesso Accardi; aver alterato l’esito del doppio giocato a Prostejov il 2 giugno 2015, in cui ha fatto coppia con Luca Vanni contro Sergey Betov e Mikhail Elgin; aver dato ad Accardi informazioni riservate sulle condizioni di Andreas Seppi alla vigilia del match contro John Isner al Roland Garros 2015; aver beneficiato di informazioni privilegiate sul match tra Lorenzo Frigerio e Daniel Cox, giocatosi al future turco di Antalya il 23 maggio 2016. Oltre a Cecchinato, come abbiamo detto, sono stati condannati anche Riccardo Accardi con 12 mesi e una multa di 20.000 euro, e Antonio Campo, attuale numero 857 del ranking che ha ricevuto una squalifica di 4 mesi e una multa di 10.000 euro.

Stando a quanto sarebbe stato raccolto in questi mesi, tutto è nato da una segnalazione dell’AAMS (Amministrazione Autonoma dei Monopoli di Stato) sul flusso di scommesse nel match tra Cecchinato e il polacco Majchrzak al Challenger di Mohammadia. In quel caso papà e figlio Accardi avrebbero scommesso diverse centinaia di euro, vincendo 4 volte l’importo della puntata. Per quanto riguarda il doppio giocato e perso a Prostejov non è stata raggiunta la prova dell’illecito, così come per le due partite di doppio in cui era in campo Antonio Campo. Quest’ultimo, però, avrebbe funto da “inviato” di Cecchinato e Accardi sul campo al Future di Antalya, rendendo loro note le condizioni di Lorenzo Frigerio in vista della partita – poi persa – contro Cox.

Decisamente più complessa la situazione relativa alla partita tra Seppi e Isner, giocata un anno fa al Roland Garros. La presenza di Cecchinato nel team di coach Massimo Sartori, del quale il tennista altoatesino è l’uomo di punta, ha fatto sì che proprio il palermitano potesse valutare da vicino le condizioni del suo connazionale e compagno di nazionale in Coppa Davis. Dalla conversazione tenuta da “Ceck” con Accardi, emerge che Seppi “non avrebbe mai potuto vincere” contro il giocatore statunitense, tanto da indurre i due a scommettere sul successo di quest’ultimo per 3 set a zero. Cecchinato, in sede di dibattimento, ha sempre sostenuto di non aver rivelato alcuna informazione riservata sulle condizioni del suo compagno di team, tanto da tirare fuori alcuni articoli in cui già si parlava della forma fisica non eccellente di Seppi, ma proprio gli ottimi rapporti tra i due italiani inducono l’accusa a punire il palermitano.

Per Cecchinato, dunque, la carriera potrebbe subire un brusco stop. Per il momento Marco potrà continuare a giocare sui campi italiani, almeno fino a quando l’ATP non recepirà la sentenza, ma anche proseguire l’attività nel nostro Paese potrebbe costituire un rischio. Le normative internazionali, infatti, non ostacolano la presenza del tennista palermitano in campo per la conquista dei punti, ma al tempo stesso la Procura potrebbe contestare proprio il fatto che Cecchinato sia presente nei circoli affiliati alla FIT, ovvero la federazione il cui tribunale federale gli ha comminato la lunga squalifica. Ovviamente, nel frattempo la difesa proverà a chiedere una riduzione della pena e della multa, approfittando di alcuni elementi all’apparenza poco significativi, ma in realtà importanti: in primis il fatto che la Procura ha ottenuto informazioni importanti da Accardi in assenza del suo avvocato, ma anche l’assenza di eventuali prove in merito ad alcune carte considerate truccate, o comunque accomodate, sia dall’accusa che da chi ha dato la sentenza.


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