PALERMO – Nel cellulare sequestrato all’eritreo arrestato in Sudan ed estradato a giugno in Italia con l’accusa di traffico di migranti sono state trovate fotografie di cadaveri smembrati e scene di cannibalismo. Emerge dalla memoria depositata dai pm di Palermo che ricercavano l’africano nell’ambito di una inchiesta su una delle principali reti criminali transnazionali che gestiscono il traffico di esseri umani tra l’Africa e la Sicilia. La scoperta è ritenuta particolarmente interessante dagli inquirenti – l’inchiesta è coordinata dai pm Geri Ferrara e Claudio Camilleri – soprattutto alla luce delle dichiarazioni rilasciate dal primo pentito del network criminale, Atta Wehabrebi che ha raccontato che chi, tra i migranti, non riusciva a pagare la somma pattuita per il viaggio veniva ucciso e usato per il traffico di organi.
Interrogato dai magistrati Atta aveva detto: “ci sono persone che non hanno soldi, gli egiziani allora li prendono. Sono medici che vengono con le borse termiche. Ammazzano, non vede nessuno. Le organizzazioni la sanno questa cosa. Hanno anche postato video su Youtube”. Il pentito ha detto che, poi, gli organi vengono portati in Egitto. “Tante persone – ha spiegato – sono morte. Tante”. Poi Atta fa l’elenco dei “prezzi”. “I reni valgono 15mila dollari. Gli egiziani prendono e fanno l’intervento. Gli egiziani nel Sahara”.