Differenziata, pronta la fase due | Ecco dove finiscono i rifiuti - Live Sicilia

Differenziata, pronta la fase due | Ecco dove finiscono i rifiuti

Rifiuti differenziati (Foto d'archivio)

Che fine fanno e quanto "valgono" i rifiuti che i palermitani dovranno separare prima di conferirli

PALERMO – E alla fine, i rifiuti differenziati finiranno a Bellolampo? La risposta a questa domanda è no. Perché quello secondo cui tutti i rifiuti raccolti con la differenziata finirebbero comunque nella discarica a due passi da Palermo, chiaramente indifferenziati, è uno dei falsi miti più radicati. Più sbagliati. Almeno adesso, che la raccolta differenziata prende piede a tappeto, da nord a sud della città. Così, mentre gli abitanti del capoluogo sono invitati a dividere l’immondizia in diversi contenitori, tra carta, plastica, vetro e organico aspettando il conferimento di squadre addette della Rap, il Comune spedisce tonnellate di rifiuti da avviare a riciclo ai consorzi di filiera sparsi per l’isola.

Vetro, plastica, carta e cartone, legno, alluminio e acciaio, rifiuti organici e persino i farmaci, vengono dapprima differenziati in abitazione, poi spediti alle piattaforme per il riciclo. Ecco che Bellolampo come unica destinazione di rifiuti resta una leggenda metropolitana. Perché avviare un percorso virtuoso di differenziata, mandando tutto ai consorzi di smaltimento, per il Comune è un guadagno. Mentre per ogni tonnellata di indifferenziata, infatti, è l’amministrazione a dover pagare, nel caso di rifiuti differenziati sono le piattaforme stesse ad applicare delle tariffe che fruttano soldi. In altre parole, ogni consorzio paga i rifiuti che riceve in base alla quantità e anche alla qualità del rifiuto stesso.

Carta e cartone, imballaggi, inclusi i tetrapak, carta grafica, brochure, la carta non sporca, e più in generale tutto il materiale cellulosico, ad esempio, viene raccolto e trasportato nelle piattaforme Comieco per essere avviato a riciclo: una azienda è la Si.Re.In, l’altra invece è la Palermo Recepuri, ed entrambe si trovano nel capoluogo. Poca strada dunque per riciclare i due tipi di imballaggio di carta e cartone. Due tipi per due prezzi. Perché la “selettiva” viene pagata 99,28 euro a tonnellata, mentre la “congiunta” un po’ meno, esattamente 72,85. Quasi 100 euro per la carta, circa 73 per il cartone. Ben remunerati certo, anche se non sono tra i rifiuti più pagati della lista.

I più pagati della lista sono invece gli imballaggi in plastica, come bottiglie, flaconi o vasetti. Quelli raccolti durante il porta a porta vengo trasportati alle piattaforme della filiera Corepla, tra Termini Imerese, con la Rekogest come impianto di riferimento, e Palermo. Nel capoluogo la destinazione ha l’indirizzo della Palermo Recuperi, la stessa società a cui viene spedito anche il cartone. E quanto viene pagata la plastica? Ben 303,88 euro a tonnellata. Il meno pagato, invece, è il legno destinato al Rilegno, per appena 3,81 euro.

Destinazione Marsala, invece, per alluminio, acciaio e vetro. Lattine, bombolette, scatolette, vaschette per alimenti in alluminio, vanno ai consorzi Cial. In primis alla Sarco, nel marsalese, poi anche alla Rekogest di Termini Imerese e alla Palermo Recuperi, in città. La tariffa si attesta intorno ai 130 euro a tonnellata, al contrario dell’alluminio in convenzione che viene pagato fino a 451 euro. Per l’acciaio, invece, la forbice di prezzo oscilla tra i 50 euro e i 99 euro. Mentre per il vetro si arriva a pagare fino a 51,87 euro a tonnellata. Ed è proprio alla Sarco di Marsala che quest’ultimo, vera novità del porta a porta del secondo turno della raccolta differenziata, arriva. Lì viene selezionato, valorizzato e riciclato.

Scarti alimentari, sia domestici che di attività commerciali, tassativamente in sacchi biodegradabili, infine, vengono portati alla piattaforma di compostaggio di Marsala, la Sicilfert. E anche a Bellolampo, dove da poco è stato attivato l’impianto Trattamento Meccanico Biologico (TMB) per la produzione di compost di qualità. A differenza degli altri rifiuti, per l’organico non vengono corrisposte cifre, basta la trasformazione in concime. Tutto il resto viene smistato altrove. Come gli abiti usati che volano ad Andria, o le siringhe e i farmaci che sostano a Carini in attesa dell’incenerimento. Gli ingombranti, tra mobili, elettrodomestici e oggetti d’elettronica, invece vengono consegnati a ditte specializzate per il riciclo e il recupero. Ecco che, così, la leggenda Bellolampo a poco a poco svanisce. 


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