A Carrére il "Tomasi di Lampedusa" | "Non ho un’opinione su tutto" - Live Sicilia

A Carrére il “Tomasi di Lampedusa” | “Non ho un’opinione su tutto”

Emmanuel Carrere e Gioacchino Lanza Tomasi

Lo scrittore è in Sicilia per ricevere il Premio che si è aggiudicato con la sua opera "Il Regno".

La cerimonia a Santa Margherita Belice
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PALERMO – “Non voglio essere uno di quegli intellettuali che ha un’opinione su tutto”. Emmanuel Carrére, scrittore francese, in Sicilia per ritirare il Premio letterario internazionale “Giuseppe Tomasi di Lampedusa” che ha vinto per il libro “Il Regno” (Adelphi), ha ben chiaro che posto vuole occupare nella società. E non è quello del vate.

Scrittore, giornalista, sceneggiatore, è una delle figure di punta della élite culturale francese. “Conosciuto, ma non famoso”, come lo ha definito Gioacchino Lanza Tomasi, le sue opinioni potrebbero diventare un “credo” per molti che lo seguono sin dalla pubblicazione delle sue prime opere. Una responsabilità che non lo attrae. Così, interrogato dai giornalisti, durante l’incontro a Palermo a Palazzo Lanza Tomasi, sull’Islam, i fenomeni migratori, i rischi degli estremismi religiosi, Carrére rimane un po’ sulle sue e dice semplicemente: “Sono come voi, ho le stesse paure che avete voi”. D’altronde, anche nel prologo del suo libro scrive: “Quando mi occupo di un argomento, mi piace aggredirlo su più fronti”. Quindi niente libri su Maometto, almeno “non prima di aver studiato una decina d’anni”.

L’interesse per le opinioni dello scrittore francese sulle religioni e l’influenza che queste hanno sulla società contemporanea derivano dal contenuto stesso del libro per cui è stato premiato, “Il Regno”, una personale inchiesta “su quella piccola setta ebraica che sarebbe diventata il Cristianesimo”. Carrére fa rivivere gli uomini e gli eventi del I secolo dopo Cristo – “anche se naturalmente, all’epoca, nessuno immagina di vivere ‘dopo Cristo'” – a partire da un fatto autobiografico, una conversione al cattolicesimo durata però soltanto pochi anni. Il punto di partenza per l’esplorazione è questo: “È curioso che persone normali, intelligenti, possano credere a una cosa tanto pazzesca come la religione cristiana, una cosa in tutto e per tutto identica alla mitologia greca e alle favole”.

“L’originalità di Carrére è riassunta nell’opera vincitrice del nostro Premio – dice Gioacchino Lanza Tomasi, presidente della Giuria – perché si tratta di un’opera letteraria d’interesse storico, di documentazione religiosa e al contempo presenta forti accenti autobiografici; dunque narrazione della propria vita e di tutte le vite vissute”. La Giuria del Premio è composta, oltre che da Gioacchino Lanza Tomasi, anche da Salvatore Silvano Nigro, Giorgio Ficara e Mercedes Monmany.

Oggi la cerimonia di consegna del Premio, alle 21 a Santa Margherita di Belìce. “Il Premio Tomasi di Lampedusa è l’appuntamento più importante per il nostro paese – dice il sindaco Franco Valenti – perché noi ci riconosciamo in Giuseppe Tomasi di Lampedusa e nel suo Gattopardo. Dopo tredici anni, siamo felici di constatare che sono sempre di più i turisti che ci cercano, che vengono da noi, che visitano i nostri musei. Una grande soddisfazione visto che questo premio vive e sopravvive per la volontà della Istituzione Giuseppe Tomasi di Lampedusa e dell’amministrazione comunale, mentre manca totalmente il sostegno, anche economico, da parte delle istituzioni locali”. Dall’anno scorso, invece, il premio ha il patrocinio del Ministero dei Beni e delle attività culturali.

“La crescita di un territorio – aggiunge Matteo Raimondi, presidente dell’Istituzione Giuseppe Tomasi di Lampedusa – è legata a molti fattori e non c’è dubbio che il Premio sia uno dei pilastri fondamentali di sviluppo delle Terre sicane. Quasi cinquant’anni fa Santa Margherita Belìce, così come altri comuni vicini, era un paese distrutto dal terremoto, dove ricominciare a vivere sembrava impossibile. Oggi possiamo dire con orgoglio che il nostro Comune è diventato sede di uno degli appuntamenti culturali più importanti della Sicilia”.

Ospite d’onore della serata, condotta per il secondo anno consecutivo da Serena Autieri, sarà l’attore Leo Gullotta, che leggerà alcune pagine de “Il Gattopardo”. Al maestro catanese andrà il riconoscimento “La magnifica identità siciliana nell’arte”, una targa voluta dall’Istituzione Giuseppe Tomasi di Lampedusa. Sul palco anche due artisti della musica italiana, Raf e Ron, che proporranno al pubblico il meglio della loro produzione musicale.

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