Orlando contro la riforma elettorale | "Un'operazione vergognosa" - Live Sicilia

Orlando contro la riforma elettorale | “Un’operazione vergognosa”

Il presidente Anci Sicilia: "Legge che ostacola l'elezione di sindaci indipendenti dai partiti".

Regione
di
4 min di lettura

PALERMO – “Una vergognosa operazione ‘contra personam’ finalizzata solo ad ostacolare l’elezione di sindaci indipendenti dai partiti e liberi di agire per l’interesse dei cittadini”. Il presidente dell’Anci Sicilia e sindaco di Palermo Leoluca Orlando commenta così la riforma elettorale per l’elezione di sindaci e consigli comunali che sta prendendo corpo all’Ars. “Mentre le amministrazioni comunali sono portate allo stremo con continui tagli di bilancio che impongono riduzioni dei servizi ai cittadini – aggiunge -, la stessa classe politica che ha portato la Sicilia al collasso si agita per imporre un cambiamento della legge elettorale a pochi mesi dalle elezioni, dimostrando quale sia il proprio senso della democrazia e delle istituzioni”.

Secondo Orlando “la quasi totalità delle proposte che si agitano all’Ars hanno come unico obiettivo quello di limitare la libertà di scelta dei cittadini e, una volta eletti i nuovi sindaci, renderli ricattabili dai partiti o addirittura da singoli consiglieri comunali. Dopo il dissesto programmato di molti comuni, i tagli ai servizi e il fallimento dei creditori, una politica che somiglia sempre più alla coda mozzata della lucertola, già morta ma che ancora si agita, cerca di dare il corpo definitivo alla agibilità dei comuni, vera interfaccia fra lo Stato e i cittadini. In questa realtà – conclude – dove i partiti sono già morti, per fortuna saranno gli elettori a dimostrare ancora una volta che le leggi truffa non portano mai buoni risultati per chi le inventa”.

“L’impressione è che si stia modificando l’attuale impianto normativo in materia di elezioni, mozioni di sfiducia e rimozione del sindaco, senza tener conto del quadro finanziario e istituzionale in cui operano gli Enti Locali siciliani”. Lo anno dichiarato Lillo Firetto, sindaco di Agrigento e Antonio Accorinti sindaco di Messina, nonché componenti del consiglio regionale di AnciSicilia. “A titolo di esempio si pensi che – continuano Firetto e Accorinti – se passasse la norma (prevista dall’art. 5 del testo in discussione) che prevede la rimozione del sindaco in caso di mancata adozione dei Bilanci entro i termini di legge, in un contesto come quello attuale si sarebbe già dovuto procedere con la rimozione di almeno 347 sindaci su un totale di 390. Prendendo in prestito i dati dell’Assessorato Autonomie locali, al 16 giugno 2016 e oltre un mese e mezzo dopo la scadenza del termine per l’approvazione dei Bilanci di Previsione 2016, infatti non soltanto vi erano ben 350 comuni che non avevano approvato i Bilanci di Previsione 2016 ma anche 300 comuni che non avevano approvato il Rendiconto di gestione 2015. Ma vi è di più, sulla base di quanto emerso in occasione dell’ultima seduta della Conferenza Regione – Autonomie Locali del 4 agosto, ancora oggi i comuni non hanno a disposizione tutti gli elementi necessari per poter predisporre i Bilanci di Previsione 2016. La Regione infatti a distanza di oltre 3 mesi dalla scadenza del termine del 30 aprile solo pochi giorni fa ha comunicato un taglio del 9 per cento sulla parte corrente rispetto a quanto previsto dalla Legge regionale di Stabilità 2016 e non ha ancora dato alcuna indicazione circa 165 milioni destinati a spese di investimento e al pagamento delle rate dei mutui accesi per la stessa finalità”. Allo stato attuale se i Comuni non approvano i bilanci di Previsione è perché la Regione non da certezze sia nel quantum sia sui tempi del trasferimento delle risorse destinate agli Enti locali. Alla luce di ciò si ritiene coerente prevedere che dovrebbe essere sempre la Regione a procedere poi con la rimozione dei Sindaci?” “Con riferimento alle novità che si vogliono introdurre con il testo di riforma all’esame dell’ARS, sarebbe opportuno riflettere su quanto la tenuta istituzionale del sistema delle Autonomie Locali già a rischio per numerosi fattori di ordine finanziario e legislativo possa essere compromessa da una serie di norme che indeboliscono la figura del Sindaco che pur eletto direttamente dal cittadino si trova ad essere “condizionato” anche da una serie di elementi contingenti. Ci si chiede in che termini possa giovare ai fini dell’efficienza e dell’efficacia dell’azione amministrativa prevedere la “minaccia” di una mozione di sfiducia al sindaco con il voti del 50 percento più uno dei consiglieri comunali, ma con un quorum ridotto rispetto a quello attuale?” Si chiedono i rappresentanti di AnciSicilia. “L’attuale momento storico è chiaramente caratterizzato oltre che da una debolezza sul piano della tenuta finanziaria dell’intero sistema dei comuni anche da una forte debolezza specialmente rispetto al governo delle città metropolitane e dei liberi consorzi. istituzionale – concludono Firetto e Accorinti – e nel modificare la legge elettorale per le elezioni amministrative bisogna ricordare che ogni ulteriore elemento di debolezza rispetto al ruolo del primo cittadino, sia nella fase elettorale sia durante il mandato si riflette direttamente sulla stabilità nella gestione degli Enti intermedi. Ogni sindaco sfiduciato o rimosso rappresenterà inevitabilmente una ulteriore crepa nel governo delle ex Province.“Per tali ragioni è opportuno che su alcune norme vi sia un ulteriore approfondimento in commissione e che venga audita, così come era stato preannunciato, anche l’AnciSicilia”.


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI