Appalto spiagge, colpo di scena |Si dimettono Vecchio e Buda - Live Sicilia

Appalto spiagge, colpo di scena |Si dimettono Vecchio e Buda

Tutti i particolari.

CATANIA – Alfio Vecchio e Orazio Buda si sono dimessi dalla Cafè Napoleon, ditta che gestisce le spiagge libere e i solarium comunali. Una scelta forse inevitabile viste le polemiche scaturite dalla notizia (CLICCA QUI) che i due ormai ex dipendenti della ditta sono imputati nel processo scaturito dall’inchiesta Prato Verde della Dia che aveva smascherato i presunti affari illeciti del gruppo mafioso legato a Orazio Privitera, boss dei Cappello-Carateddi da anni al 41 bis. “Hanno comunicato tramite Pec ufficiale alla direzione Ecologia che i due si sono dimessi dalla Caffè Napoleon” – conferma a LiveSicilia l’assessore comunale Saro D’Agata.

E’ il 7 luglio quando il Comune affida alla ditta Cafe Napoleon l’aggiudicazione temporanea dei servizi (LEGGI QUI). L’affidamento ha un certo ritardo perchè è arrivato dopo l’annullamento di aggiudicazione alla ditta di Fraggetta Giuseppe  (LEGGI QUI). La Cafè Napoleon – dopo l’affidamento dell’appalto – assume diverse persone che devono ricoprire diversi ruoli, tra i dipendenti però compaiono due nomi che gettono ombre sulla gestione delle spiagge libere e dei solarium. I nomi al centro delle polemiche è quello di Alfio Vecchio, responsabile tecnico delle manutenzioni e Orazio Buda, addetto al parcheggio della spiaggia libera numero 1. I due sono imputati – come detto – in un processo penale di mafia. Alfio Vecchio anche tramite il suo legale (CLICCA QUI) ha sempre ribadito la sua estraneità alle accuse contestate e ha rimarcato che i capi d’imputazione (di intestazione fittizia e estorsione aggravata) erano caduti davanti al Tribunale del Riesame che aveva annullato l’ordinanza di custodia cautelare in prima istanza. Più pesante, invece, la posizione penale di Orazio Buda (CLICCA QUI): sorvegliato speciale e imputato per associazione mafiosa. Il cugino del boss Privitera è un volto ben noto alle forze dell’ordine nella zona della playa: è documentata da diverse inchieste e indagini la presenza di Orazio Buda nei lidi catanesi. Non è la prima volta che la Cafè Napoleon di Librino è al centro di articoli della stampa: qualche anno fa era tra le vittime di estorsione del clan Santapaola, in particolare del gruppo del Villaggio Sant’Agata. Anche grazie alle dichiarazioni del collaboratore di giustizia Santo La Causa i carabinieri arrestarono i sei strozzini.

L’amministrazione comunale ha sempre chiarito che dalla prefettura non era arrivato nulla di ostativo all’affidamento dell’appalto alla Cafè Napoleon. Era stato lo stesso D’Agata a spiegare che “ogni qualvolta una ditta arriva prima nella graduatoria di un qualsiasi bando emanato dal Comune di Catania tutti gli atti finali vengono inviati al Prefetto di Catania di cui si attende il nulla osta prima dell’aggiudicazione provvisoria. Nel caso delle spiagge libere dopo avere espletato come sempre tutte le procedure, i funzionari comunali hanno inviato in Prefettura l’intera documentazione relativa alla ditta giunta prima in graduatoria. La Prefettura, a sua volta, ha inviato il nulla osta positivo il 13 luglio scorso, ricevuto dal Comune il successivo giorno 19. Si è quindi proceduto all’assegnazione provvisoria dell’appalto che, ripeto, viene assegnato alla ditta di cui, nelle normali procedure, viene vagliata e verificata la posizione di proprietà, vertici amministrativi e dirigenti”. Infatti l’assunzione di Orazio Buda e Alfio Vecchio è avvenuta dopo l’assegnazione dell’appalto. Una volta diffusa la notizia del processo a carico dei due il Comune ha voluto la lista dettagliata dei dipendenti, elenco che è stato inviato in Prefettura per essere analizzato e valutato dall’organo competente.

Non sono bastate però le azioni dell’amministrazione comunale a placare le reazioni di movimenti politici come Catania Bene Comune e delle associazioni come Libera. La richiesta pressante è stata quella di revocare l’appalto immediatamente. Un percorso però non così semplice a livello burocratico-amministrativo. Alla fine sono arrivate le dimissioni dei due dipendenti.

 

 

 


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