Traffico di autovetture di lusso| Asse Catania-Napoli: 44 imputati - Live Sicilia

Traffico di autovetture di lusso| Asse Catania-Napoli: 44 imputati

Il maxi processo scaturito dall’indagine Hispanica. TUTTI I NOMI E LE ACCUSE

CATANIA – C’erano Porsche Cayenne, Bmw, Mercedes, Audi e Volkswagen, fra le numerose auto di lusso sequestrate dalla polizia giudiziaria nell’ambito dell’operazione battezzata “Hispanica”. L’imponente indagine che ha permesso di portare alla luce un presunto traffico di vetture di prestigio a prima vista acquistate in Spagna, ma in realtà rubate e riciclate fra Catania, Siracusa e Napoli. In 44 sono gli imputati finiti alla sbarra accusati di far parte della presunta organizzazione criminale operante nell’asse Sicilia-Campania. Un fiorente traffico che, secondo gli inquirenti, sarebbe stato gestito attraverso una vasta rete di relazioni e intrecci fra vari personaggi, unitamente alla falsificazione di documenti attestanti la nazionalizzazione spagnola dei veicoli. Per gli inquirenti, “i cambi d’identità” delle vetture avvenivano tramite l’interscambio delle targhe. Le auto rubate sarebbero state sistematicamente reimmatricolate e poi vendute attraverso atti d’importazione europea “taroccati”. 

I fatti contestati risalgono al 2005/06. I capi d’accusa, a vario titolo, sono di associazione a delinquere, riciclaggio, ricettazione e falso. La prossima udienza del procedimento di primo grado – giunto nella fase dibattimentale – è fissata per gennaio 2017. Facendo un passo indietro, è il 2011 quando il gup Rosa Alba Recupido dispone il giudizio nei confronti degli indagati. Secondo quanto emerso dall’attività investigativa, la contraffazione dei telai dei veicoli era il primo passo da cui prendeva corpo il presunto sodalizio criminale, i cui contorni sono stati meglio delineati da successivi riscontri tecnici che hanno consentito di svelare il quadro completo degli illeciti interessi perpetrati dalla presunta banda di trafficanti d’auto. Per la precisione, l’indagine scatta nel lontano 2005, a seguito di un normale servizio di pattuglia della polizia stradale etnea, nel corso del quale vengono casualmente fermati due degli imputati: i catanesi, Prospero Biondi e Concetta Saladino. I poliziotti sequestrano loro una BMW 530D il cui telaio era contraffatto e la provenienza risultava illecita. Non solo. Perquisita l’abitazione dei due, i poliziotti scoprono un’altra auto rubata che viene anche questa posta sotto sequestro. Un fatto che aveva non poco insospettito gli agenti. In questo frangente gli investigatori intuirono di trovarsi di fronte ad un contesto criminale più pericoloso e ampio.

Gli occhi vengono, dunque, immediatamente puntati sugli uffici della D.T.T. (dipartimento trasporti terrestri) ex motorizzazione civile e soprattutto sulle vite degli indagati e sulle loro attività commerciali di rivenditori d’auto senza fisso esercizio. Al vaglio degli inquirenti finiscono decine di fascicoli relativi alla falsa nazionalizzazione di veicoli le cui operazioni sarebbero state direttamente effettuate dagli imputati tramite la consulenza automobilistica di “fantomatiche” agenzie. Nel corso delle indagini, spuntano i nomi di vari napoletani, fra cui Felice Pesacane, socio della C.R.D. 2000, altra società poi rivelatasi inesistente che – stando agli esiti delle indagini – sarebbe stata inventata proprio con lo scopo di dare parvenza di legalità alla documentazione falsa con cui si accertava la provenienza hispanica delle auto rubate tra Catania e Napoli. Ma non sarebbe questa l’unica società a cui i vari imputati sarebbero ricorsi per far sembrare regolare l’acquisto delle auto in Spagna. Alcuni veicoli venivano riciclati tramite altre società import come la Autogrup. Va detto che il legale rappresentate di quest’ultima interrogato dalla magistratura in relazione ad un veicolo intestato fraudolentemente alla società, avrebbe respinto ogni accusa presentando querela contro uno degli imputati.

Ma in particolare sono state le intercettazioni telefoniche accompagnate da pedinamenti ad incastrare i vari imputati. Poco tempo dopo l’avvio delle indagini, gli inquirenti iniziano a monitorare le utenze dei sospettati. Già dalle prime conversazioni telefoniche captate “si rilevava un connubio d’interessi – scrivono gli investigatori – non trasparenti legati alla commercializzazione di veicoli di illecita provenienza”, un circuito di affari e interessi a cui sarebbero stati interessati abitanti in provincia di Siracusa, Catania, della città di Paternò, oltre che a quelli di Napoli. Fra cui Salvatore D’Anna, Clemente D’Anna, Angelo Scuderi, Giuseppe Cianchino, personaggi coinvolti nella presunta consorteria che avrebbero agito affiancando il gruppo “protagonista” formato da Prospero Biondi, Concetta Saladino e i napoletani Felice Pesacane, Eugenio De Simone. Quest’ultimo all’epoca della conclusioni delle indagini preliminari era già detenuto per un altro reato all’interno della casa circondariale di Giarre.  

Il partenopeo Eugenio De Simone, secondo il quadro delineato dagli inquirenti, avrebbe inoltre rivestito un ruolo apicale all’interno della presunta rete criminale, soprattutto in relazione alle procedure “taroccate” di nazionalizzazione delle vetture. Infine c’è anche il paternese Fabrizio Pappalardo, che sarebbe stato “spinto” – secondo gli investigatori – a produrre le false fatture d’acquisto dei veicoli in Spagna e le successive fatture di rivendita all’intestatario. Una fitta rete i cui vari personaggi interagivano tra loro tramite “un modus operandi costante” , scrivono gli inquirenti, e le cui “personalità dei soggetti apicali nella organizzazione durante le attività investigativa, apparivano avulse da ogni senso della legalità atteso che ogni contrattazione afferente i veicoli ne rilevava la illiceità sostanziale”.

TUTTI I NOMI DEGLI IMPUTATI. Giovanni Ascione, Giovanni Barbarossa, Prospero Biondi, Vincenzo Bisogno, Mario Bisogno, Bonaiuto Luigi, Maria Caputo, Domenico Carotenuto, Letizia Carotenuto, Pasquale Carotenuto, Francesco Caserta, Giuseppe Cianchino, Gaetano Ciano, Antonio Cirillo, Francesco Cristaldi, Salvatore D’Anna, Marco Bosso De Luca, Eugenio De Simone, Carmelo Francesco Di Benedetto, Luca Di Domenico, Ciro Di Martino, Angelo Di Martino, Annachiara Granato, Giuseppe La Manna, Paolo Manara, Anna Maria Mascali, Salvatore Mascali, Mario Maugeri, Alessandro Nicolosi, Fabrizio Nicola Pappalardo, Felice Pesacane, Vincenzo Prato, Giuseppe Rapisarda, Luigi Romano, Gennaro Riccio, Concetta Saladino, Pier Giuseppe Salamone, Vincenzo Sbrescia, Alfio Fabio Sciuto, Angelo Scuderi, Lucia Sigona, Bartolomeo Sirica, Orazio Tosto, Salvatore Ventura.


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