“Spariti i soldi dei lavoratori” | Formazione, è la guerra dei Tfr - Live Sicilia

“Spariti i soldi dei lavoratori” | Formazione, è la guerra dei Tfr

Gli interessi sulla buonuscita, spettanti ai dipendenti, sarebbero stati trattenuti dagli enti. Un business milionario.

PALERMO – Il business potrebbe avere dimensioni enormi: qualche decina di milioni di euro. Difficile oggi definire i contorni di quello che appare come il nuovo scandalo della Formazione professionale. È scoppiata infatti la “guerra dei Tfr”, che rischia di investire gli enti siciliani. Il “caso” è recentemente finito in Commissione lavoro all’Ars. Un’audizione assai tesa, al termine della quale i deputati hanno sottoscritto una risoluzione che mette nero su bianco i termini della questione.

Per farla breve, nella Formazione professionale gli enti, per legge, hanno dovuto, nel corso degli anni, accantonare il Tfr dei dipendenti in apposite “polizze” che producevano anche degli interessi sulla somma messa da parte. Somma che quindi si “arricchiva”, giorno dopo giorno. Peccato però che in molti casi – emerge dall’audizione a Palazzo dei Normanni – gli enti abbiano pensato bene di intascare questi interessi, erogando al lavoratore – quando è andata bene – solo la somma accantonata.

Ogni Tfr, però, riusciva a produrre, nel caso ad esempio dei lavoratori con trent’anni di servizio, anche quindicimila euro di interessi. Che quasi mai finivano nelle tasche dei dipendenti in pensione o licenziati (ormai migliaia, non più centinaia), ma restavano nelle casse dell’ente. “Una cosa che non sta né in cielo né in terra – protesta il responsabile Formazione della Uil Giuseppe Raimondi – visto che anche le norme prevedono espressamente che quei soldi vadano ai lavoratori”. Norme ricordate nella risoluzione della Commissione lavoro: è il caso della determina dell’assessorato al Lavoro datata luglio 200 secondo la quale “i benefici di polizza prodotti per l’effetto dell’accantonamento del Tfr sono attribuiti agli operatori della formazione professionale indipendentemente dalla data di assunzione; gli enti sono pertanto tenuti ad uniformarsi alla presente disposizione individuando unici beneficiari delle polizze gli operatori”. La commissione poi precisa che “in base alla legislazione vigente nel settore della formazione professionale in Sicilia non sussiste alcun elemento normativo o contrattuale sulla base del quale l’ente possa trattenere rendimenti o interessi derivanti dalle somme accantonante su polizze assicurative destinate al Tfr dei lavoratori”.

E invece sarebbe successo proprio questo: “risulta immotivato – prosegue la risoluzione della quinta commissione – il comportamento adottato da taluni enti e organismi gestori della formazione professionale e delle politiche attive del lavoro che, pur erogando la sorte capitale trattengono in tutto in parte somme destinate ai lavoratori a titolo di interessi, rendimenti e benefici”. In particolare, dall’audizione è emerso anche un primo nome: a denunciare questa anomalia infatti sono stati già i dipendenti della Fondazione Cas Onlus di Bagheria. Mentre i sindacati hanno ammesso che il fenomeno è assai più esteso del caso singolo. “Sì, a quanto ci risulta – rivela il presidente della Commissione Marcello Greco – sono tantissimi gli enti che negli anni non hanno versato gli interessi né ai lavoratori né alla Regione. Ma non possiamo non censurare anche l’operato dell’assessorato alla Formazione, che non ha mai fatto nulla per farsi restituire dagli enti questi soldi e girarli ai legittimi destinatari, cioè i lavoratori”. Anche per questo, ha detto Greco, “ho chiesto che le carte vengano girate anche alla Commissione antimafia. Rischiamo di trovarci di fronte al caso di una enorme appropriazione indebita. Un business da decine di milioni di euro”.

Alcuni enti hanno già ufficiosamente ribattuto mostrando sentenze che assegnerebbero a loro il diritto di trattenere le somme. Ma le ombre sulla gestione dei Tfr erano sorte anche, recentemente, da un esposto dei lavoratori dello Ial Cisl, recentemente fallito. “Che fine hanno fatto quei soldi?” hanno chiesto ad esempio i sindacati Cobas e Uslal, che hanno anche segnalato la vicenda alla Corte dei conti. È già all’orizzonte il nuovo, milionario scandalo della Formazione siciliana.


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