Amt, il giallo delle dimissioni del dg |Barberino pronto a lasciare - Live Sicilia

Amt, il giallo delle dimissioni del dg |Barberino pronto a lasciare

Nuovo capitolo della guerra nella partecipata del Comune. I sindacati attaccano Lungaro (nella foto), mentre il direttore avrebbe accettato un nuovo incarico.

l'azienda di trasporto pubblico
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CATANIA – Non si è dimesso. Non ancora almeno, nonostante queste fossero da mesi nell’aria. Carlo Lungaro è ancora alla guida dell’Amt, l’azienda metropolitana di trasporto investita da una grave crisi economica e non solo e, da mesi, in gravi difficoltà anche logistiche. Il numero uno della società, che il sindaco Bianco ha fortemente voluto, dato che era lui a guidare l’azienda durante il periodo della cosiddetta “primavera”, è ancora presidente della società, sebbene oltre un mese fa avesse esternato la volontà di lasciare.

Cosa forse non giudicata opportuna in questo momento così delicato. Così però non sembra per il direttore generale Antonio Barberino, le cui dimissioni, nonostante le smentite, fonti molto attendibili darebbero per formalizzate già oggi. Una mossa che dovrebbe portare il direttore Barberino fuori dall’azienda intorno alla metà del mese prossimo quando dovrebbe prendere servizio in Campania, come amministratore delegato di una nuova società.

Insomma, la confusione all’interno dell’azienda metropolitana di trasporto sembra non essersi affatto esaurita. Tutt’altro. E questo nonostante gli incontri agostani a Palazzo degli Elefanti tra amministrazione comunale – socio unico della Spa – e le sigle sindacati. Alcune delle quali, quelle autonome che da mesi invocano un cambio ai vertici dell’Amt, restano fortemente critiche nei confronti dell’attuale gestione e. in ultimo, delle recenti dichiarazioni del presidente Lungaro, in particolare sull’inchiesta, presunta, aperta dalla Procura per appropriazione indebita. 

“Mentre insieme all’assessore Girlando, in sede tecnica, si sta cercando di perseguire un percorso condiviso per fare uscire dalle sabbie mobili l’Amt – afferma Giovanni Lo Schiavo, della Fast – Confsal che ha inviato una nota insieme alla Faisa – Cisal- il presidente Lungaro non perde occasione per fare chiacchiere sterili, fini a se stesse, con l’obiettivo di fuorviare i fatti e scaricare la responsabilità sui sindacati del disastro della partecipata, da lui stesso perpetrato.

Il presidente Lungaro – prosegue – che cerca di difendere ostinatamente l’indifendibile, sa che a parte le somme intrattenute per il quinto dello stipendio, e non versate agli istituti finanziari, ci sono anche quelle non versate e relative al fondo di previdenza” Priamo”, Andsai , Inps e TFR. Lungaro sa anche – evidenzia – che nella migliore delle ipotesi, le vetture giornalmente in esercizio non raggiungono quota 60, e peraltro sono sgangherate e senza climatizzatori funzionanti”.

I sindacati autonomi parlano di “fallimento gestionale” da parte del presidente Lungaro al quale si rivolgono per ottenere quanto,m secondo loro, indebitamente sottratto. “Pensi a restituite le somme indebitamente intrattenute al personale – scrive Lo Schiavo, insieme ad Aldo Moschella – riguardanti le prestazioni straordinarie effettuate e quindi annullare in autotutela l’ODS n° 38, in quanto , illegittimo. Gli chiederemo contezza della retribuzione del mese di agosto – proseguono – e se i lavoratori troveranno nella busta paga le somme loro dovute e malaccortamente intrattenute”. Per questo, a settembre, organizzeranno un nuovo sciopero, ancora di 24 ore.

I telefoni dei diretti interessati, assessore Girlando compreso, squillano a vuoto. Forse perché tutti impegnati nella composizione della delicata questione.

 

 

 

 


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