Crocetta e Gucciardi: “Basta bugie” | Ma è ancora polemica - Live Sicilia

Crocetta e Gucciardi: “Basta bugie” | Ma è ancora polemica

Presidente e assessore: “Stop alle polemiche”. Digiacomo: “Troppi strafalcioni”.

Rete ospedaliera
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PALERMO – Di fronte alle bugie, il governo Crocetta passa al contrattacco. Nel modo più surreale: “Basta menzogne”, urlano il governatore e l’assessore alla Salute Gucciardi. Infilando una serie di giustificazione e nuovi buoni propositi. Nel frattempo, però, ecco una nuova bordata dall’Ars, dove il presidente della Commissione salute Digiacomo ha rilanciato: “Quel piano è colmo di errori e strafalcioni. L’Agenas venga a Palazzo dei Normanni”.

Insomma, l’impressione è che l’invito di Crocetta e Gucciardi a mettere da parte le polemiche, almeno per un po’ non troverà terreno fertile. “Nelle nostre linee di piano, – dicono Crocetta e Gucciardi in una nota congiunta – la regione siciliana è l’unica regione italiana che ha operato la scelta, condivisa dal Ministero della Salute, degli Ospedali riuniti che di fatto ha impedito la chiusura di tanti piccole strutture. Su questo vogliamo essere chiari, se i tanti piccoli ospedali, alcuni in zone di forte disagio, non hanno chiuso è perchè noi ci siamo opposti. I siciliani però – aggiungono – non hanno bisogno di una sanità serie B ma di eccellenza, ed è in questa logica che una Regione che si trovava al penultimo posto per i livelli essenziali di assistenza, ora è al 9° posto. Uno sforzo che deve continuare”.

Presidente e assessore, poi, smentiscono la notizia – pubblicata anche da questo giornale – di un Piano che, per quanto di competenza del Ministero, era stato sostanzialmente approvato con la “conclusione dell’istruttoria”. “Smentiamo categoricamente – insistono però Crocetta e Gucciardi – che sia stato approvato da governo e assessorato un piano di dettaglio sulla rete ospedaliera. Le ipotesi tecniche – continuano – derivanti dall’applicazione semplicistica del decreto Balduzzi, non ci appassionano. Riteniamo che la sanità non si possa gestire con i soli tecnicismi, ma serve una nuova rete frutto del confronto con i manager, gli operatori sanitari, i sindaci, il parlamento, le organizzazioni sindacali e il Ministero”. Come se quel documento al Ministero non fosse stato inviato dallo stesso assessorato che oggi fa sapere che “sta sentendo tutti i manager” e che nei prossimi giorni si avvierà un confronto collegiale con i medesimi”. Un confronto che evidentemente è mancato finora, visto che molti direttori hanno protestato formalmente, seppur in forma riservata, contro quel Piano.

“Ci sono criticità – proseguono – derivanti dai tagli, ma abbiamo avuto rassicurazioni dal governo nazionale che ci sarà grande rispetto per la Sicilia in relazione alla qualità servizi. E’ urgente inoltre far partire i concorsi, che non possono continuare a rimanere bloccati. Su questo abbiamo aperto un proficuo confronto col governo nazionale che, come noi, si rende conto dell’impossibilità di offrire servizi di alta qualità in presenza di carenze inaccettabili nelle piante organiche. Non esiste una rete definita – ribadiscono Crocetta e Gucciardi – e diciamo basta alle polemiche e alle strumentalizzazioni della politica. Il piano sarà il frutto di una condivisione ampia e diffusa, di una partecipazione democratica che vedrà tutti i potenziali attori coinvolti tenendo conto però, che l’esigenza di rafforzare la qualità dei servizi, non può più essere rinviabile. Dopo questa nostra presa di posizione – concludono Crocetta e Gucciardi – si ponga fine alle polemiche e si avvii un confronto necessario che porterà a una razionalizzazione e condivisione delle scelte. Su questo tema, per la prossima settimana – martedì alle ore 11 – è previsto un incontro con la coalizione, giovedì – ore 11 – con tutti i manager, che intanto stanno già lavorando a delle proposte”.

Ma l’invito ad archiviare le polemiche non sembra nutrire un effetto immediato. Ecco dall’Ars l’attacco del presidente della Commissione Salute Pippo Digiacomo che convocherà anche l’Agenas: “La mia personale impressione – ha detto – è che nella redazione di questa rete ci siano stati in Sicilia degli errori e strafalcioni gravi, e voglio sperare commessi in buona fede: questi – insiste – sono interamente imputabili alla parte tecnica e vanno corretti subito giacché hanno buttato nella confusione in pratica tutta l’isola. Errori del genere – spiega il parlamentare – rischiano di indebolirci e farci fare una figura ridicola a Roma che in pratica dice: ma se lo proponete voi, da noi cosa volete? Agenas, che segue tutte le Regioni d’Italia, potrà fornire elementi di valutazione comparativa importanti. La politica – prosegue Digiacomo – a Roma deve dare indicazioni affinchè il travaglio per la costruzione della rete ospedaliera non sia il lasciapassare per bloccare i concorsi e risparmiare sulla pelle dei malati siciliani”.

E intanto il “caso Sanità” è già arrivato al Senato. Prima con una interrogazione del senatore di Sinistra Italiana Francesco Campanella: “L’unico effetto del Piano – la denuncia – sarà ancora una volta l’isolamento delle comunità periferiche, nel tempo sempre più depauperate del loro diritto alla salute. Da Ribera fino a Mazzarino, – prosegue – assistiamo alla cronaca di un disastro annunciato ai danni dei siciliani e della tutela della loro salute”. Poi con una interrogazione urgente al Ministro Lorenzin presentata da Antonio Scavone, capogruppo Ala in Commissione Sanità (primo firmatario), da Giuseppe Ruvolo e Giuseppe Compagnone e sottoscritta da Antonio D’Alì, Vincenzo Gibiino (Forza Italia), Salvatore Torrisi (Ap) e Giovanni Mauro (Gal). “Il ministro della Salute – chiedono i deputati – chiarisca quello che il presidente Crocetta e l’assessore Gucciardi non fanno: esiste un piano di riassetto della rete ospedaliera della Regione Siciliana? Qual è il livello di interlocuzione finora portato avanti tra Regione e ministero? E’ il caso di avviare ispezioni e verificare se siano state rispettate tutte le procedure previste dalla legge?”. Domande alle quali Crocetta e Gucciardi hanno provato a dare una risposta.


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