“Sise, Ingroia riassuma la Bontate | E tempo indeterminato per tutti” - Live Sicilia

“Sise, Ingroia riassuma la Bontate | E tempo indeterminato per tutti”

La decisione del tribunale del Lavoro: alla donna andrà anche un risarcimento. Nulli i contratti di 18 mesi degli altri 75.

PALERMO – I dipendenti di Sicilia e-Servizi devono essere assunti a tempo indeterminato. E con loro, dovrà tornare in azienda Marilena Bontate, figlia di Giovanni, fratello, quest’ultimo, del boss Francesco. La Bontate è uno dei sedici lavoratori “licenziati” da Antonio Ingroia all’inizio del 2014, dopo una selezione che si è rivelata inutile. L’ex pm adesso dovrà quindi riassumere la lavoratrice. Lo ha deciso oggi il tribunale del Lavoro di Palermo, accogliendo il ricorso della Bontate, alla quale, adesso, Sicilia e-servizi dovrà erogare anche le retribuzioni relative ai mesi in cui la donna non è stata a lavoro, proprio a causa di quel licenziamento.

Un licenziamento che era giunto alla fine di un “periodo di prova” e in seguito all’esame di una commissione nominata proprio da Ingroia. Lo stesso amministratore unico di Sicilia e-servizi, in una recente lettera inviata all’Huffington post, ha rivendicato il fatto di aver cacciato “parenti di mafiosi” dall’azienda: “Per maggiore cautela, i 75 assunti – racconta Ingroia in quella lettera – furono sottoposti a un esame ulteriore da parte di una commissione indipendente da me nominata che valutò curricula e professionalità. Al termine di questo ulteriore esame, 16 dipendenti su 75 non superarono il periodo di prova, tra questi anche qualche parente di noti mafiosi”. Un licenziamento illegittimo, secondo il Tribunale. Che adesso, come detto, ha imposto a Ingroia la riassunzione a tempo indeterminato della Bontate. Alla donna andrà anche un risarcimento.

E con lei, difesa dallo studio legale Patanella (Ingroia invece era difeso da Claudio Alongi, marito del Segretario generale Patrizia Monterosso), a tempo indeterminato saranno assunti i lavoratori provenienti da Sisev, cioè dal precedente socio privato anche loro difesi dagli stessi legali. Dopo la “selezione” di Ingroia, infatti, ai 75 lavoratori era stato somministrato un contratto di 18 mesi. Un errore, secondo il Tribunale, visto che il passaggio dalla società mista a quella interamente pubblica, avvenuto in seguito all’abbandono dei soci privati (Engineering e Accenture), rappresenta un “trasferimento di ramo d’azienda”. E quindi, i dipendenti hanno diritto alla continuità e alla conferma del precedente rapporto lavorativo, a tempo indeterminato appunto. Quei contratti a tempo determinato sono stati giudicati nulli.

Proprio a causa di quelle assunzioni, Ingroia, insieme al presidente della Regione Rosario Crocetta, aveva subito un procedimento penale, poi archiviato. Ancora in piedi, invece, è quello della Procura della Corte dei conti per presunto danno erariale. “Ma il tribunale – ha replicato Ingroia – non solo ha considerato legittime quelle assunzioni, ma le ha sostanzialmente definite ‘obbligate’”. Una linea di fatto confermata dall’ultimo pronunciamento del tribunale del Lavoro. Che ha anche, però, fatto emergere l’inutilità della selezione operata da Ingroia e la stessa formazione della commissione di “esperti”, pagati anche per portare a termine l’esame dei curriculum di quei dipendenti che già avevano maturato il diritto all’assunzione. E nulli sono quindi i contratti da 18 mesi stipulati da Ingroia. Adesso, sono tutti dentro. La Regione dei 18 mila dipendenti e degli oltre settemila lavoratori delle società partecipate, abbraccia i nuovi 75 lavoratori a tempo indeterminato.


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI