I 5 Stelle e il ticket per Palermo | Varrica e Di Pasquale in pole - Live Sicilia

I 5 Stelle e il ticket per Palermo | Varrica e Di Pasquale in pole

Adriano Varrica e Tiziana Di Pasquale

Attivista della prima ora lui, ingegnere lei: ecco su chi può puntare il M5s per prendersi il Comune

Verso le amministrative 2017
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PALERMO – Dicesi “ticket” in politichese quell’accordo tra due persone, di solito impegnate in una campagna elettorale, per la conquista di una o più cariche elettive. Per esempio, sindaco e vice sindaco. Lo scopo? Conquistare un parterre più ampio di elettori e assicurarsi la vittoria. Come dire: “Io non ti conquisto, ma con me c’è lui o lei…”. Ormai, potrebbe trattarsi sempre più spesso di una Lei, considerando la legge elettorale siciliana che impone la doppia preferenza uomo/donna. Probabilmente il concetto di ticket, così strettamente partitico e di coalizione, è lontano dagli schemi ideologici del Movimento 5 Stelle, dei suoi attivisti e dei suoi elettori, ma nel caos delle autocandidature per le Comunali di Palermo, tra indiscrezioni che si susseguono senza riuscire mai a superare la soglia dell’ufficialità e tempi incerti sulle scadenze, il sostegno ai candidati in corsa sta assumendo proprio la forma di un ticket. Anzi, di due ticket, nel rispetto della ormai innegabile rivalità tra Roma e Palermo. E dire che proprio il ticket, per sua natura, potrebbe essere l’idea giusta per una tregua, con un nome gradito agli uni e un nome gradito agli altri.

Ma ecco chi sono i volti più in vista nella galassia del Movimento 5 Stelle impegnati nella corsa per Palazzo delle Aquile. Gli attivisti di Palermo puntano tutto su Adriano Varrica e Tiziana Di Pasquale. Grillino storico lui, grillina più recente lei, ma rappresentante – nelle intenzioni – di un elettorato che difficilmente i “duri e puri” seguaci di Beppe Grillo potrebbero conquistare. Di Varrica dicono: “Se non è Movimento 5 Stelle lui, allora non sappiamo davvero chi lo è”. Intervistati, pungolati, esortati, nessuno pronuncia una parola di troppo su Varrica. Ha assunto naturalmente il ruolo di leader degli autocandidati e potrebbe assumere allo stesso modo il ruolo di capolista, di candidato per la carica di primo cittadino. Voti online, permettendo, certo. Il suo curriculum, attualmente, è il suo miglior biglietto da visita. Varrica, 34 anni, laureato in Economia e gestione del territorio e del turismo, è il fondatore del Meetup di Palermo. Da anni, ormai almeno dieci, lavora dietro le quinte per il Movimento 5 Stelle: è stato assistente parlamentare di Claudia Mannino, alla Camera dei deputati, di Giampiero Trizzino, all’Assemblea regionale siciliana, di Ignazio Corrao, a Bruxelles. Ma, raccontano di lui, non ha mai smesso di mandare avanti la baracca in città organizzando e coordinando i gruppi di lavoro che, in questi anni, hanno sviluppato il progetto per Palermo 2017.

Molti degli autocandidati sono stati invitati da lui a impegnarsi, perché in loro ha riconosciuto, a prescindere dai trascorsi con il Movimento 5 Stelle, un talento da sfruttare per la prossima amministrazione. Può contare quindi su una base solida e questo fa supporre che non dovrebbe avere problemi a sfondare il muro di Rousseau, la piattaforma per le votazioni online. Su Varrica i cosiddetti “nazionali”, i cinque deputati pentastellati di Palermo (Chiara Di Benedetto, Giulia Di Vita, Loredana Lupo, Claudia Mannino, Riccardo Nuti), non si esprimono. Non è inviso, ma potrebbe essere poco “manovrabile”. In fin dei conti, non sembra esagerato dire che sarebbe il candidato sindaco ideale per il Movimento 5 Stelle e chi lo conosce è pronto ad affermare che lui non si tirerebbe indietro.

Ad affiancarlo in questa corsa, gli attivisti storici del Movimento di Palermo vedrebbero bene Tiziana Di Pasquale. La sua comparsa tra i ranghi del Movimento 5 Stelle è abbastanza recente, ma è riuscita a conquistare tutti in pochissimo tempo, grazie soprattutto al suo impegno per il centro storico della città, e di Ballarò, in particolare, quartiere in cui vive e in cui si scontra quotidianamente con una dura realtà. Da anni collabora con diverse associazioni del territorio e soprattutto con Santa Chiara. Ingegnere meccanico, 43 anni, lavora soprattutto come ingegnere edile. Passa la sua giornata tra i cantieri e gli uffici del Comune di Palermo, per sbrigare “camurrie”, tanto che chi la conosce pensa che la riforma della burocrazia potrebbe essere il suo primo impegno una volta varcata la soglia di Palazzo delle Aquile. Poi, la sera, smessi i panni di donna in carriera, si trasforma in artigiano. La sua passione è quella di creare gioielli e le sue creazioni sono amate anche dalla gente della “Palermo bene”. Potrebbe far parte di un ticket con Varrica, è vero, ma c’è anche chi la vorrebbe alla guida della lista, candidata sindaco in prima persona. Ma non tutti, nonostante la storia non dica lo stesso (Elda Pucci), sono convinti che Palermo sia pronta a un sindaco donna e del M5S allo stesso tempo.

Per il fatto di essere una new entry, però, i “nazionali” non approvano molto l’entusiasmo che circonda la candidatura di Tiziana di Pasquale. Tra le donne il loro appoggio va piuttosto a Samantha Busalacchi, collaboratrice parlamentare dei grillini dell’Assemblea regionale siciliana, 41 anni, è arrivata nel Meetup “Il Grillo di Palermo” nel 2009 grazie all’amico Giorgio Ciaccio, oggi deputato all’Ars. Da allora, dopo anni come elettrice di Alleanza Nazionale di Gianfranco Fini – lo ha confessato lei stessa sul sito Sicilia5stelle -, è un’attivista del Movimento 5 Stelle. È stata impegnata in moltissime iniziative del gruppo, si sta occupando anche dell’organizzazione di Italia5Stelle, ed è amica, ormai, di molti degli attivisti fondatori del Meetup. Ed è soprattutto per questa amicizia, per la fiducia che ha conquistato, che i grillini romani la vorrebbero al fianco del loro “preferito”, ovvero Riccardo Ricciardi.

Riccardo Ricciardi, la pietra dello scandalo, il nodo da sciogliere, la miccia che ha fatto scoppiare l’incendio tra Palermo e Roma. Marito di Loredana Lupo, parlamentare di Palermo alla Camera dei deputati per il Movimento 5 Stelle, è l’autocandidato più appoggiato dai cinque “nazionali” e il meno gradito alla compagine cittadina. Ricciardi, 41 anni, fa parte del Meetup praticamente dall’inizio, ma la sua presenza è stata “altalenante”. In discussione, comunque, non è tanto la sua fede grillina quanto l’opportunità di scendere in campo quando già un membro della famiglia è portavoce del Movimento 5 Stelle. Strano che i “nazionali” non ci facciano caso, mentre Palermo su questo è inamovibile. “Dobbiamo evitare attacchi strumentali – affermano – non possiamo rischiare di non essere presi sul serio per ragioni di nepotismo”. A questo proposito, sono molti gli autocandidati che hanno denunciato allo staff di Milano un comportamento scorretto sui social network da parte dei “nazionali”, accusati di condividere troppo spesso i post “elettorali” di Ricciardi. Che sia lui il motivo per cui lo staff di Milano non ha ancora ufficializzato i nomi degli autocandidati che accederanno alle cosiddette “comunarie”? Una situazione come questa non può che mettere in difficoltà gli integralisti del Movimento 5 Stelle e non è detto che i vertici siano disposti a lasciare la palla in mano al popolo della Rete.


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