Via Colomba, roccaforte della droga |Raffica di condanne in appello - Live Sicilia

Via Colomba, roccaforte della droga |Raffica di condanne in appello

Sono trentotto gli imputati: ecco i nomi e le accuse. Il troncone ordinario è ancora al primo grado di giudizio.

CATANIA – Pene dai 14 anni ai 2 anni in appello per i componenti del gruppo criminale che avevano trasformato via Colomba a San Cristoforo in un supermarket all’aperto delle “stecchette”, con giri d’affari di migliaia di euro al giorno. Qualche riduzione di pena rispetto al primo grado: i capi promotori Massimo Vinciguerra e i fratelli Carmelo e Giovanni (U Turcu) Crisafulli erano stati condannati rispettivamente a 20 e 18 anni. La terza sezione penale della Corte d’Appello di Catania ha riformato la condanna a 17 anni e 6 mesi per Vinciguerra e 13 anni e 4 mesi per i due Crisafulli. Nel complesso la sentenza, senza assoluzioni, rispecchia quella di primo grado emessa dal Gup Francesca Cercone lo scorso anno. Trentotto gli imputati che sono stati processati con il rito abbreviato. Il troncone ordinario è ancora al primo grado di giudizio: il dibattimento si celebra davanti alla seconda sezione penale del Tribunale di Catania.

 LA SENTENZA D’APPELLO. Giovanni Crisafulli, 13 anni e 4 mesi, Carmelo Crisafulli, 13 anni e 4 mesi, Filippo Crisafulli, 10 anni (riunifati i reati ascritti al vincolo della continuazione con il reato di un’altra sentenza), Giuseppe Crisafulli, 8 anni e 4 mesi, Salvatore Alì, 8 anni e 4 mesi, Bruno Denaro Graziano, 7 anni e 6 mesi, Antonino Di Benedetto, 8 anni e 6 mesi, Giovanni Di Martino, 8 anni, Agatino Di Mauro, 7 anni e 6 mesi, Concetto Di Mauro, 8 anni, Giuseppe Di Mauro (classe ’86) 7 anni e 10 mesi, Giuseppe Di Mauro (classe ’89), 7 anni e 10 mesi, Vincenzo Di Mauro, 8 anni, Alfio D’ignoti Parenti, 8 anni, Salvatore Flora, 8 anni e 6 mesi, Daniele Gagliano, 7 anni e 6 mesi, Andrea Greco, 8 anni e 8 mesi, Davide Laudani, 10 anni (riunifati i reati ascritti al vincolo della continuazione con il reato di un’altra sentenza), Emanuele Lopis, 3 anni (riconosciuta la continuazione con altra condanna), Mario Marghella, 8 anni e 6 mesi, Salvatore Mascali, 7 anni e 2 mesi, Alfio Mirko Maugeri, 7 anni e 2 mesi, Francesco Maugeri, 7 anni e 2 anni, Gaetano Monteforte, 10 anni e 8 mesi, Gaetano Moschella, 8 anni e 2 mesi, Giovanni Monzone, 8 anni, Luigi Nicolosi, 9 anni e 2 mesi (riunifati i reati ascritti al vincolo della continuazione con il reato di un’altra sentenza), Sergio Orazio Pacifico, 7 anni e 2 mesi, Vincenzo Pantellaro, 2 anni e 8 mesi, Filippo Palla, 2 anni, Mariagrazia Pastura, 7 anni e 2 mesi, Mario Ruscica, 2 anni e 8 mesi (aumento della pena a titolo di continuazione con altra condanna), Fortunato Tiplica, 8 anni e 4 mesi, Orazio Toscano, 7 anni e 6  mesi, Filippo Agatino Urzì, 7 anni e 6 mesi, Gaetano Venuto, 2 anni e 8 mesi (aumento della pena in continuazione di un’altra sentenza), Massimo Vinciguerra, 14 anni e 6 mesi, Sebastiano Viscuso, 9 anni e 6 mesi. Per Ruscica e Venuto la Corte ha disposto la cessata efficacia della misura cautelare. Le motivazioni saranno depositate entro novanta giorni.

IL PROCESSO ORDINARIO. Intanto è ancora in corso nella seconda sezione penale del Tribunale il processo ordinario di primo grado per Francesco Anastasi, Davide Botta, Maurizio Crisafulli, Orazio Gravino, Concetto Questorino, e Mario Vinci.

L’INCHIESTA. E’ la notte del 21 gennaio quando San Cristoforo è letteralmente preso d’assalto dalle auto della Squadra Mobile e un elicottero sorvola il poplare rione. Nel blitz “Colomba” condotto della Narcotici finiscono in manette 46 persone per droga. Nel cuore di San Cristoforo via Colomba (da qui il nome della retata) era stata trasformata in un “rivendita” all’aperto di marijuana. Le file di auto e le consegne al minuto registrate dalle telecamere piazzate dalla polizia in alcuni mesi del 2011 riuscirono a inchiodare una vasta organizzazione criminale che – stando ai calcoli degli investigatori – aveva un giro d’affari di 10 mila euro al giorno. A capo del gruppo i fratelli Carmelo e Giovanni “turi u turcu” Crisafulli, i figli di Franco “cacazza” Crisafulli condannato (sentenza definitiva) per l’omicidio di Nicola Lo Faro, insieme a Massimo Vinciguerra,  fratello di Michele “u cardunaru” Vinciguerra, condannato nel processo Revenge per associazione mafiosa relativa all’appartenenza ai Cappello. Per gli investigatori della Dda infatti ci sarebbe stato un legame con la cosca, ma l’ipotesi è stata bocciata sia dal Gip in fase di richiesta di ordinanza, che anche dal giudice del processo abbreviato. Il cuore dell’inchiesta è composto dai filmati. Inequivocabili. Un video mostra un arresto in flagranza: i poliziotti della narcotici bloccano uno dei pusher mentre Crisafulli incita “il sodale” ad andare con gli agenti e non “protestare”. Oppure i bambini che seduti sul marciapiede assistono alla vendita di marijuana come se fosse un fatto normale. E poi c’è la sopraffazione a cui non si può sottrarre un anziano signore: picchiato e strattonato da Crisafulli. Scene inquietanti sono contenuti nei nastri finiti nel fascicolo del processo.

 

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