"Stralciare beni utili e pregiati" |L'emendamento di sei consiglieri - Live Sicilia

“Stralciare beni utili e pregiati” |L’emendamento di sei consiglieri

La richiesta è contenuta in un emendamento al piano al voto in Consiglio. Tra i beni da stralciare, anche villa Curia (nella foto).

piano di riequilibrio
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CATANIA – Stralciare alcuni immobili dall’elenco dei beni alienabili all’interno del Piano di riequilibrio. Lo propongono all’amministrazione alcuni consiglieri comunali – Agatino Lanzafame, primo firmatario, e poi Niccolò Notarbartolo, Alessandro Messina, Giuseppe Catalano, Salvatore Tomarchio ed Ersilia Saverino, gli ultimi due presidente e vicepresidente della commissione Patrimonio – in un emendamento (saranno tanti quelli presentati, si parla di 166 ma il numero potrebbe essere errato per difetto) al documento oggi in discussione al Consiglio comunale.

Nell’elenco dei beni che saranno effettivamente messi in vendita, l’aula consiliare dovrà comunque esprimersi in seguito, ma i rappresentanti del senato cittadino hanno pensato fosse meglio mettere nero su bianco, a partire da ora, la volontà di mantenere alcuni immobili di particolare pregio o interesse sociale. Si tratta di Villa Fazio, del Teatro Coppola, del villino di via Rametta, della Villa Gentile Cusà, di Villa Curia, dell’ex chiesa di San Francesco, dell’ex chiesa S. Euplio e di Casa Nicosia, ex Villa De Stefani.

“Crediamo – afferma il primo firmatario, Agatino Lanzafame – che le esigenze di risanamento finanziario non debbano portare il comune a privarsi di immobili di importanza strategica che devono continuare a rimanere al servizio della collettività. Per questo motivo, insieme a tanti colleghi, chiederemo di stralciare dall’elenco dei beni passibili di alienazioni alcuni immobili che per il loro valore sociale, storico e culturale costituiscono un bene prezioso da custodire. Penso a Villa Fazio, al Teatro Coppola, a Villa Curia, alle ex Chiese di S. Euplio e S. Francesco: beni che sono oggi fruibili alla collettività grazie allo slancio generoso di cittadini e associazioni e che devono continuare a rimanere di proprietà pubblica”.


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