"Il mio bambino pieno di lividi| Un incubo lungo un anno" - Live Sicilia

“Il mio bambino pieno di lividi| Un incubo lungo un anno”

Un frame delle videointercettazioni

Parla la mamma di uno dei bimbi maltrattati alla scuola elementare in provincia di Palermo.

PARTINICO (PALERMO) – Il comportamento del suo bambino era improvvisamente cambiato. Si era incupito, aveva paura. E sulle braccia erano spuntati dei lividi. L’incubo per Maria (il nome è di fantasia per tutelare la privacy del minore) è durato un anno: è la mamma di uno dei piccoli alunni che frequenta la scuola Capitano Polizzi, il circolo didattico in cui la guardia di finanza di Partinico ha arrestato tre maestre per maltrattamenti.

Ricorda quel periodo con dolore e ripercorre quei momenti con la stessa angoscia che provava quando non riusciva a capire cosa stava succedendo a suo figlio. Il piccolo, otto anni, ha problemi motori. Su di lui le maestre avrebbero inveito verbalmente e agito con violenza fisica.

“Un incubo – racconta Maria – che spero si sia concluso e serva di insegnamento a chi si comporta in modo simile con i bambini. Mio figlio tornava a casa con i lividi, le braccia ne erano piene. Ho pensato subito si trattasse di schiaffi e pizzicotti, ma ogni mio sospetto veniva minimizzato. La maestra di sostegno mi diceva che il bambino spesso cadeva, che si faceva male da solo. Visto che mio figlio ha davvero problemi di deambulazione, io ci credevo. Ma poi gli episodi sono diventati troppo frequenti”.

Ad alimentare i dubbi, l’atteggiamento del bambino: “Ad ogni mio rimprovero si nascondeva, era diventato timoroso. E, dopo alcune settimane, si è anche manifestata una certa aggressività. Era sempre stato un bimbo dolce, tranquillo, non aveva mai alzato le mani. Da allora invece stava sulla difensiva. Questa storia – prosegue Maria – lo ha segnato profondamente e nonostante le sue difficoltà di comunicazione è stato in grado di esprimere la sua sofferenza e il suo disagio”.

Le tre maestre sono state incastrate dalle intercettazioni ambientali e sono finite ai domiciliari. “Ma chiederò ancora giustizia – sottolinea la mamma del bambino – perché chi agisce con tale disumanità deve pagare e non deve più essere a contatto coi bambini. Mio figlio ha dovuto addirittura assumere delle gocce calmanti prescritte dal medico, è diventato irrequieto. E’ il risultato di mesi in cui ha subito un atteggiamento ben lontano da quello che ci si aspetta in una scuola, in cui il bambino è stato maltrattato invece di essere aiutato e tutelato”.


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