Myrmex, tutto tace | “Crocetta ci convochi” - Live Sicilia

Myrmex, tutto tace | “Crocetta ci convochi”

Le speranze dei lavoratori sono tutte riposte nelle parole espresse dal governatore Crocetta. Ma della data dell’incontro da tenersi con Invitalia non si hanno ancora notizie.

 

Dopo l'incontro a Catania
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CATANIA – È un limbo dal quale sembra impossibile uscire quello in cui si ritrovano ormai da due anni i lavoratori del centro di ricerca Myrmex. Fra annunci, dietrofront, promesse e silenzi, adesso manco a dirlo, si ritrovano nuovamente col patema d’animo. Sono in attesa di capire se le parole e l’interesse espressi dal governatore Rosario Crocetta durante un recente faccia a faccia, si tradurranno o meno in fatti concreti. I lavoratori del centro di ricerca erano stati definitivamente licenziati lo scorso febbraio dopo due anni di lotte e cassa integrazione a zero ore. Nel corso degli anni avevano lanciato decine di appelli affinché il governo regionale si facesse carico della risoluzione della vertenza dando seguito all’apposita delibera emanata a tutela del laboratorio il 5 agosto del 2011, cioè al momento della cessione del ramo aziendale avvenuta fra il colosso farmaceutico Wyeth-Pfizer e Myrmex s.p.a.. 

“Siamo ancora in attesa che ci contatti il Mise – ci spiega Margherita Patti, segretaria confederale della Cgil – L’ultimo incontro ci aveva lasciati soddisfatti, speriamo in sviluppi positivi”. La regione avrebbe, dunque, almeno a parole, avviato un percorso finalizzato alla ripresa delle attività produttive. Ma dall’incontro svoltosi a Catania l’8 settembre scorso, poco prima che il presidente prendesse parte ai festeggiamenti della festa de l’Unità, a oggi ancora nessuna novità. “Il percorso tracciato dal governo aveva scritto il presidente Crocetta in un post apparso sulla sua pagina facebook poco dopo aver incontrato i lavoratori – è quello di affidare alla cooperativa costituita già dai lavoratori, la gestione dell’azienda in partnership con il Parco scientifico e tecnologico della Regione siciliana, con cui si è già avviata un’interlocuzione. In tale contesto la Regione, attraverso l’azione dell’assessore alle attività Produttive, Mariella Lo Bello, avvierà nei prossimi giorni un incontro con Invitalia per concordare la possibilità di finanziamenti mediante i contratti di sviluppo, finalizzati all’acquisizione dell’immobile e delle attrezzature della Myrmex da parte della cooperativa dei lavoratori”. 

Certo è che all’incontro oltre alla presenza della regione Siciliana, di un rappresentante di Invitalia, di un rappresentante della cooperativa dei lavoratori e di uno del Parco scientifico e tecnologico, sarà fondamentale la presenza del socio unico della Myrmex, Gian Luca Calvi. “Rimane da capire se la proprietà sarà d’accordo con l’acquisizione. Crocetta ci è sembrato fiducioso” – precisa Patti. Ma ai sindacati ed ex dipendenti preme soprattutto che nel caso di un’eventuale acquisizione venga mantenuto il livello occupazionale. Insomma, l’ultima parola spetterebbe alla società. La partita dunque è ancora aperta e tutta da giocare per i 62 lavoratori che non hanno alcuna intenzione di gettare la spugna almeno fino a quando non avranno quello di cui sono stati privati: il posto di lavoro.

Ma tutto dipende anche dai finanziamenti finalizzati all’acquisizione del centro da parte della cooperativa. A riguardo, sembra escluso che la trattativa possa concludersi al costo simbolico di un euro. Ovvero il medesimo corrispettivo con cui Calvi acquisì il centro nel 2011. Su questo ultimo punto la proprietà si è sempre mostrata irremovibile. Inizialmente, la somma fissata da Calvi per la vendita del centro toccava quota i 13 milioni di euro. Ma Regione e proprietà al momento mantengono il massimo riserbo sui termini in cui potrebbe esplicarsi un’eventuale acquisizione del laboratorio, ovvero il centro in principio destinato a diventare la prima Cell factory del sud Italia. Senza dimenticare, che i vari tentativi intrapresi in passato di vendere il laboratorio si sono tutti arenati.

Un passo indietro. La giunta regionale dell’ex presidente Raffaele Lombardo assunse la delibera 189° del 5 agosto del 2011, mai attuata, sulla scorta di un piano industriale presentato all’epoca dalla società Myrmex. Secondo i contenuti di quell’atto regionale, la Regione (con il M.I.S.E, M.I.U.R e Invitalia) avrebbe dovuto predisporre finanziamenti pubblici a sostegno del progetto di sviluppo del centro di ricerca della Pfizer ceduto alla Myrmex, società, quest’ultima, che a sua volta aveva, invece, fra gli obblighi quello di salvaguardare il livello occupazionale almeno per i primi tre anni a decorrere dall’acquisizione. L’accordo di programma era garantito dall’impegno a cedere a un euro, in caso d’inadempimento da parte della Myrmex, alla Regione l’intero centro di ricerca. L’acquisizione del laboratorio comprendeva inoltre anche tutti i progetti di ricerca finanziati dal ministero della Ricerca e dell’istruzione. La società Myrmex risulta infatti abbia percepito dal Miur diverse somme erogate proprio in ragione dei citati progetti. I lavoratori nel corso degli anni hanno sempre affermato di non aver mai praticamente lavorato all’interno del laboratorio. Dopo anni di parole, ora i lavoratori attendono i fatti.

 

 


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