"Mia figlia, disabile grave | dimenticata dalla Regione” - Live Sicilia

“Mia figlia, disabile grave | dimenticata dalla Regione”

Il governo non stanzia i soldi necessari per l'assistenza. I giudici del Tar: "Trovi le somme".

PALERMO – La ragazza è in condizioni gravissime. Affetta da tetraparesi, ritardo mentale, epilessia, cecità. Ma a lei non è stato possibile assicurare il servizio di assistenza personalizzata. Il motivo? La Regione non aveva stanziato i soldi necessari, quelli previsti dalla legge. La storia emerge da una complessa sentenza del Tribunale di giustizia amministrativa, che ha accolto il ricorso presentato dalla madre della giovane, assistita dall’avvocato Giuseppe Impiduglia, costringendo il governo a reperire le somme necessarie per quel trattamento. Somme che il governo non aveva inizialmente stanziato, come detto, violando la legge.

Già, perché le norme prevedono di destinare ai cosiddetti “Piano personalizzati per i minori affetti da disabilità”, una quota pari almeno al 50 per cento del fondo per le non autosufficienze. Nel 2013, anno in cui la ragazza ha chiesto l’assegnazione di questo piano di assistenza che prevede l’aiuto di un operatore per sei ore al giorno, il governo aveva deciso di stanziare per quei Piani appena il 30 per cento.

Inizialmente, la mamma della giovane chiama in causa anche il Comune di Palermo. È questo, infatti, ad assegnare “formalmente” il Piano. Ma gli uffici comunali, di fronte alle richieste dei genitori di rinnovare il Piano già previsto l’anno precedente, hanno “alzato le braccia”: “Non abbiamo soldi”. E in effetti, una delle fonti di finanziamento di questi Piani sono le “economie” dei bilanci comunali. Ma in mancanza di queste, si doveva far ricorso appunto al fondo per le non autosufficienze.

Un Fondo che l’assessorato regionale alla Famiglia non ha utilizzato nella maniera corretta. “Se la Regione avesse destinato all’attuazione dei piani individualizzati – si legge nella sentenza del Tar – un ulteriore 20 per cento il progetto individuale volto a garantire 6 ore di assistenza alla figlia dei ricorrenti sarebbe stato sicuramente finanziato”.

“Abbiamo vinto questa battaglia – commenta la madre della giovane disabile – ma non è stato facile. L’aiuto di uno specialista per sei ore al giorno ci dà un po’ di sollievo in una situazione drammatica. Mia figlia – prosegue – non è in grado di fare nulla senza l’assistenza di qualcuno. Noi genitori lo faremmo comunque per le restanti 18 ore. Ma quelle sei ore rappresentano un grande aiuto”. Anche perché una disabilità di quel tipo finisce per condizionare la vita di tutti i componenti della famiglia. “Io ad esempio – racconta la signora – sono un architetto. Ho dovuto lasciare il mio lavoro per dedicarmi alla mia piccola. Avere la possibilità di un aiuto per quarto della giornata mi consentirebbe di tornare, almeno parzialmente, a lavorare. Un modo anche per evadere, per poche ore, da questa drammatica condizione. I giudici hanno messo fine, spero, a questo calvario”.

Una gravità descritta anche nella sentenza del Tar: “La vicenda oggetto della controversia in esame è emblematica del fatto – si legge – che si tratta di servizi finalizzati a garantire l’espletamento delle più elementari funzioni vitali a soggetti in condizioni di assoluto disagio. La figlia dei ricorrenti è affetta da tetraparesi grave, ritardo mentale grave, epilessia e cecità e gli interventi previsti consistono in 6 ore al giorno di assistenza per l’igiene e la cura della persona. Non si tratta, in altri termini, – proseguono i giudici amministrativi – di un supporto facoltativo volto ad aumentare il livello di benessere, ma di un ausilio indispensabile per sostenere la famiglia nel difficilissimo compito di garantire l’espletamento delle funzioni vitali essenziali a un soggetto affetto da patologie gravissime”. Insomma, quel Piano era necessario per garantire “le funzioni vitali” della piccola. Ma la Regione aveva deciso di non destinare i soldi che doveva a quella disabile. Il Tar ha condannato il governo: dovrà trovare le somme per garantire l’assistenza alla giovane.


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