Li uccideva e altri li seppellivano| Pipitone: "Io killer di sei omicidi" - Live Sicilia

Li uccideva e altri li seppellivano| Pipitone: “Io killer di sei omicidi”

Il neo pentito Antonino Pipitone

Sono storie di morte e orrore quelle che racconta Nino Pipitone. Il neo pentito di Carini.

PALERMO – Li ammazzava senza alcuna pietà, ma provava ribrezzo quando bisognava disfarsi dei cadaveri. Un incarico che affidava ad altri.

Sono storie di morte e orrore quelle che racconta Nino Pipitone. Il neo pentito di Carini si autoaccusa di sei omicidi. Racconta le fasi preparatorie ed esecutive dei delitti, ma gli manca l’ultimo tassello quando erano altri e non lui a fare sparire i corpi.

Ecco perché non hanno dato ancora esito le ricerche avviate dai carabinieri che stanno scavando in alcuni terreni in provincia di Palermo. Il neo pentito conosce, però, i nomi di chi avrebbe partecipato al delitto. Gente ancora in libertà e su cui pesa il rischio di una condanna all’ergastolo. Il ritrovamento dei corpi sarebbe il primo, e più importante, riscontro alle dichiarazioni del collaboratore di giustizia.

Dunque, Pipitone avrebbe commesso molti più delitti del solo che finora gli era costata una condanna all’ergastolo. Nell’omicidio di Giuseppe D’Angelo, ammazzato per un clamoroso errore di persona, Pipitone ebbe un ruolo di appoggio. I killer Gaspare Pulizzi e Gaspare Di Maggio erano a bordo della sua macchina mentre perlustravano le strade di Tommaso Natale a caccia del vero obiettivo, il boss Bartolomeo Spatola, poi inghiottito dalla lupara bianca. Quando credettero di averlo individuato, seduto davanti a un negozio di frutta e verdura, lo crivellarono di colpi. In realtà si trattava di D’Angelo.

Ora, però, il neo collaboratore dice che in altre circostanze fu lui il killer. È soprattutto di omicidi, infatti, che il boss di Carini sta parlando nei primi verbali raccolti dai carabinieri, dal procuratore Francesco Lo Voi, dall’aggiunto Vittorio Teresi e dai sostituti Francesco Del Bene, Amelia Luise, Annamaria Picozzi e Roberto Tartaglia. 

Tra il 1999 e il 2000 la cosca di San Lorenzo, allora guidata da Salvatore e Sandro Lo Piccolo, decise l’eliminazione di coloro che intralciavano la loro scalata all’intera Cosa nostra palermitana. Antonino Failla, Giuseppe Mazzamuto, Felice Orlando, Francesco Giambanco, Giampiero Tocco sarebbero solo alcune delle vittime su cui Pipitone sta aggiungendo nuovi particolari. I morti, però, potrebbero essere molti di più. Lui li avrebbe ammazzati, mentre altri si sbarazzavano dei corpi.


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