Pistolettate e tentati omicidi| Zen, guerra fra bande di spaccio - Live Sicilia

Pistolettate e tentati omicidi| Zen, guerra fra bande di spaccio

Il quartiere Zen di Palermo

Un filo rosso lega i ferimenti di Khemais Lausgi e Benedetto Moceo.

PALERMO – Ci sarebbe lo scontro fra due gruppi per la gestione dello spaccio dietro i due tentati omicidi allo Zen 2. Due episodi che con il passare delle ore vengono messi l’uno in relazione all’altro. E non si escludono colpi di scena.

I due bersagli, Khemais Lausgi, 28 anni, tunisino di origini ma palermitano di nascita, e Benedetto Moceo, 48 anni, farebbero parte di due fazioni entrate in rotta di collisione. Il primo a essere raggiunto dal piombo è stato Lausgi. I colpi di pistola, esplosi giovedì pomeriggio in via Costante Girardegno, lo hanno raggiunto al torace, al braccio e al gluteo. Ora è ricoverato in gravi condizioni all’ospedale Villa Sofia.

Lausgi è un personaggio noto alle cronache giudiziarie. Era il 2011 quando nello studio di un notaio palermitano fu perfezionato l’acquisto di una bella villa a Carini. Centotrenta mila euro pagati con una sessantina di assegni circolari emessi da diverse banche. Quell’operazione doveva essere segnalata come sospetta ed invece tutto filò liscio. I soldi sarebbero il provento dello spaccio di droga. I finanzieri del Gico della polizia Tributaria di Palermo sequestrarono la villa, ma anche due appartamenti riconducibili a Lausgi, personaggio attivissimo – così lo descrivono i finanzieri – nello spaccio di cocaina allo Zen 2. Un’accusa per cui è già stato indagato e alla quale si è aggiunta l’ipotesi di riciclaggio. Sotto inchiesta assieme a lui ci sono una ventina di persone, comprese coloro che si sarebbero prestate al giochetto degli assegni circolari: andarono in banca con i soldi in contanti ricevuti da Lausgi e li ripulirono facendosi consegnare gli assegni circolari.

Immobile su due piani con scala interna, soffitti con travi di legno, piscina, zona solarium e barbecue. Un lusso che Lausgi, ufficialmente disoccupato, non avrebbe potuto permettersi se non avesse gravitato nel mondo degli spacciatori di cocaina. Un mondo di cui fa parte anche Benedetto Moceo ferito tre giorni dopo in via Costante Giarardengo al termine di un inseguimento sui tetti delle case della borgata.

Gli hanno sparato al torace, al piede e alla gamba. Qualche mese fa Moceo era stato pizzicato all’interno di un magazzino. Nascondeva nove involucri di cocaina e una busta con 29 dosi di marijuana e hashish. Gli investigatori della Squadra mobile sono al lavoro per decifrare i due episodi. L’ipotesi è che il secondo sia la reazione al primo. Qualcuno ha risposto al fermento di Lausgi prendendo di mira Moceo. Qualcuno che conoscerebbe bene la vittima del secondo agguato. Lo Zen è sempre stato un quartiere caldo. Il vuoto di potere dovuto anche alle operazioni antimafia degli alti anni avrebbe peggiorato le cose, creando fibrillazioni.

 


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