Almaviva, venerdì tavolo con Enel | Si lavora per evitare i trasferimenti - Live Sicilia

Almaviva, venerdì tavolo con Enel | Si lavora per evitare i trasferimenti

(Foto Facebook)

I 397 operatori Enel invece di essere trasferiti a Rende potrebbero essere assunti in Exprivia.

PALERMO – È una trattativa troppo complessa quella che ha visto confrontarsi oggi pomeriggio al Ministero per lo Sviluppo economico il governo, Almaviva Contact e i sindacati. Le parti hanno rappresentato le proprie posizioni ed è stato subito chiaro che bisognava lavorare su due binari paralleli: da un lato i trasferimenti di 397 operatori della commessa Enel da Palermo a Rende e dall’altro le procedure di licenziamento per 2.511 operatori a Roma e Napoli. La priorità è andata alla vertenza di Palermo, non fosse altro che i primi 154 lavoratori hanno già ricevuto la lettera di trasferimento e dal 24 ottobre dovrebbero esserci le prime partenze. Quindi, il tavolo è stato aggiornato per venerdì 14 ottobre alle 10, sempre al Mise. Il 27 ottobre è stato convocato invece un nuovo tavolo per affrontare ancora le diverse vertenze nei termini più generali.

Al tavolo di venerdì parteciperanno anche Enel ed Exprivia, l’azienda di telecomunicazioni di Molfetta che si è aggiudicata la commessa con il colosso dell’elettricità quando Almaviva l’ha persa. Una delle ipotesi in campo, infatti, è che i 397 dipendenti di Palermo invece di essere trasferiti a Rende, in Calabria, possano rimanere nel capoluogo siciliano ed essere traghettati in Exprivia. “Siamo fiduciosi – dice Salvo Ugliarolo, della Uilcom Uil – che l’azienda che adesso lavora con Enel non si sottrarrà al principio della salvaguardia della territorialità e troveremo un accordo per mantenere i lavoratori sulla commessa”. In pratica, l’azienda di Molfetta dovrebbe aprire una nuova sede a Palermo e acquisire i lavoratori di Almaviva che erano impiegati su Enel. Al tavolo di oggi era presente anche l’assessore per le Attività produttive di Palermo, Giovanna Marano. “Abbiamo ancora una volta espresso la nostra preoccupazione – ha detto – perché non vorremmo che il lavoro condotto per mesi col Governo nazionale per uscire dal tunnel della precedente grave crisi si concluda col trovarci in un altro tunnel di una altrettanto grave crisi”.

Ottimisti comunque i sindacati. “È positivo il fatto che siamo tornati a parlare”, ha detto a margine della riunione Maurizio Rosso, della Slc Cgil. “L’azienda ha assicurato che non si sottrarrà al confronto con le parti sociali”, ha confermato Marco Volpi dei Cobas. Una cosa è certa: Almaviva ha spiegato per filo e per segno, presentando una relazione sullo stato dei fatti, che non è al momento nelle condizioni né di ritirare i licenziamenti annunciati per Roma e Napoli né di sospendere il trasferimento collettivo di operatori da Palermo a Rende. Servono impegni più precisi da parte del Governo.

Al tavolo al Ministero c’era il viceministro Teresa Bellanova, che segue la vertenza da mesi, mentre il ministro Carlo Calenda oggi pomeriggio è intervenuto alla Camera dei deputati nel corso del question time. Sulla vertenza Almaviva, ha detto, “ci siamo attivati immediatamente, l’obiettivo è evitare i licenziamenti dei lavoratori”. Calenda ha anche chiesto “maggiore responsabilità da parte dei clienti nei bandi di gara”: “Ho scritto una lettera – ha spiegato il ministro – diretta ai principali committenti dei call center per sensibilizzare al rispetto degli obblighi di legge”. Una richiesta che Almaviva ha fatto presente più e più volte al Governo. Insoddisfatto della risposta del ministro il deputato palermitano di Sinistra italiana, Erasmo Palazzotto: “Da Calenda una risposta scolastica e senza nessuna soluzione per la vertenza Almaviva. Forse il Ministro non si è accorto che dopo cinque mesi siamo qui perché siamo ancora alle prese con migliaia di licenziamenti. La crisi di Almaviva è sintomo della crisi più generale del settore dei call center, crisi frutto di anni di delocalizzazioni selvagge, non controllate dal Mise, e di gare al massimo ribasso che hanno compresso sempre di più i livelli salariali e i diritti dei lavoratori”.


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