I peli del pube per i riti voodoo | Costrette a prostituirsi: due fermi - Live Sicilia

I peli del pube per i riti voodoo | Costrette a prostituirsi: due fermi

Inchiesta della Procura e dei finanzieri della Polizia Tributaria.

PALERMO – Prelevata in un centro di accoglienza e costretta a prostituirsi con lo spettro della magia voodoo. La tragica sorte toccata a una giovane nigeriana è stata ricostruita dai finanzieri del Nucleo di polizia tributaria di Palermo. La Procura ha disposto il fermo di due connazionali, Peter O Egwuy e Osas Edos. Il primo è stato bloccato ad Agrigento, il secondo ad Alessandria. Sono accusati di tratta di essere umani, sfruttamento dell’immigrazione clandestina e della prostituzione.

Nei mesi scorsi le indagini coordinate dal procuratore Francesco Lo Voi, l’aggiunto Maurizio Scalia e i sostituti Calogero Ferrara e Annamaria Picozzi avevano ricostruito che molte ragazze ragazze nigeriane vengono reclutate nei villaggi e convinte a salire sui barconi della speranza con la promessa di un lavoro in Europa. Una volta giunte in Italia trovano chi le obbliga a prostituirsi. Il piano criminale non potrebbe funzionare senza l’assoggettamento psicologico che passa attraverso i riti voodoo e l’utilizzo di droghe per rendere psicologicamente più fragili le vittime. Le donne vengono condotte in un luogo considerato sacro, dinanzi a un santone. Per le cerimonie utilizzano peli, capelli e indumenti intimi delle donne. Osaro John, la maman della banda, intercettata dai finanzieri, raccontava che “… quello che mi fa ringraziare Dio è che di questa ho le sue mutande e i capelli da mia madre. Quando è arrivata qui le ho preso quelli dalla vagina e dalle ascelle; quelli sono con me… Se io vedo che non mi pagheranno li porterò da quell’uomo per fare schifezza”.

Poi, è arrivato il racconto di una delle vittime. Trent’anni e il destino segnato da un numero di telefono. Si sale su un barcone con l’illusione che quei numeri scritti su un biglietto siano la combinazione per iniziare una nuova vita. Ed invece servono solo ad aprire le porte dei bordelli di Palermo, Reggio Calabria e Napoli. Il numero che le era stato consegnato prima della partenza era quello di Osaro John, la donna che avviava le ragazze alla prostituzione. La giovane nigeriana, sbarcata a Lampedusa nel 2015, era stata ospitata in un centro di accoglienza di Siculiana, da cui “è stata prelevata” e condotta prima a Catania e poi nell’abitazione della Osaro a Reggio Calabria. Ad occuparsene sarebbero stati i due fermati di oggi. La vittima li ha riconosciuti nelle fotografie postate su Facebook. Sono loro, ha detto ai finanzieri della Tributaria, coordinati dal colonnello Francesco Mazzotta.

 


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