Le nostre inchieste sugli appalti | Il giudice: “Ineccepibile contegno” - Live Sicilia

Le nostre inchieste sugli appalti | Il giudice: “Ineccepibile contegno”

Fernando Adonia e Melania Tanteri si erano occupati degli appalti banditi dalla dirigente Li Destri, licenziata dopo l'inchiesta giornalistica.

CATANIA – Fernando Massimo Adonia e Melania Tanteri, firme di punta di LivesiciliaCatania, erano stati denunciati per diffamazione, “colpevoli” di aver fatto un’inchiesta sugli appalti della nettezza urbana (LEGGI QUI), che aveva fatto finire sott’indagine l’allora dirigente comunale Antonella Li Destri, denunciante, (LEGGI QUI) . Un’inchiesta giornalistica che aveva fatto attivare anche l’amministrazione comunale, con un’indagine interna, (LEGGI QUI), conclusa con il licenziamento della Li Destri (LEGGI QUI).

Un’inchiesta giornalistica che analizzava luci e ombre di uno dei più grandi affari pagati dai cittadini, un’indagine sobria e puntuale che consentiva alla Li Destri di replicare, punto per punto, anche ai rilievi del sindacalista Carmelo Condorelli.

La Li Destri, assistita dall’avvocato Dario Riccioli, dopo la denuncia si è opposta alla richiesta di archiviazione del pubblico ministero. Il giudice Pietro Currò ha messo la parola fine a quasi due anni di calvario giudiziario, archiviando la posizione di Adonia e Tanteri, difesi dall’avvocato Giorgio Terranova, e rilevando “un ineccepibile contegno dei giornalisti”.

Il giudice esordisce sottolineando come i giornalisti “avessero nel medesimo elaborato dato voce all’odierna persona offesa Li Destri Antonella, al tempo dirigente della Direzione Ecologia e Ambiente del Comune di Catania, la quale aveva potuto esporre il proprio pensiero”.

La Li Destri aveva replicato, all’interno dell’articolo denunciato, ai rilievi sul bando di gara effettuati dal sindacalista Carmelo Condorelli, coordinatore provinciale della Fiadel.

Il giudice ritiene “che la lettura dell’intervista pubblicata sul quotidiano on-line anzidetto, acquisita agli atti del presente procedimento, nel lasciare emergere un ineccepibile contegno dei giornalisti Adonia e Tanteri, in effetti non oggetto della benché minima censura ad opera dell’opponente e sui quali può qui farsi integrale richiamo alle motivazioni esposte dal Pubblico ministero nella sua richiesta, senz’altro condivise da questo giudice, per escludere qualsivoglia responsabilità per il delitto di diffamazione…”.

Lo stesso sindacalista “ha sì espresso critiche severe al contenuto del bando di gara, ma senza mai trascendere in espressioni lesive della reputazione personale e professionale della Li Destri”.

L’analisi contenuta nell’inchiesta giornalistica “non risulta in alcun modo avere assunto forme in sé e per sé offensive, avendo avuto ad oggetto specifiche clausole del bando e paventato un forte conflitto di interessi della Li Destri, in una dinamica che pare tuttavia risolversi all’interno del dibattito tipicamente rinvenibile nell’ambito delle relazioni industriale, in quanto funzionali allo svolgimento della rappresentanza dei lavoratori coinvolti nella vicenda e, comunque, attraverso l’utilizzo di modalità di estrinsecazione che non constatano avere travalicato i limiti della continenza espressiva”.

Adonia e Tanteri “hanno esposto nel medesimo articolo le puntuali repliche della Li Destri che ha avuto occasione di contrastare ciascuno degli aspetti del bando di gara criticati dal Condorelli, con il consequenziale depotenziamento della pretesa carica offensiva, qui, come detto, ritenuta non penalmente rilevante, delle critiche mosse dal rappresentante dell’associazione sindacale di categoria sopra richiamata”.

Fernando Adonia e Melania Tanteri hanno fatto semplicemente il loro dovere di giornalisti. E non è così semplice, quando si tratta di giornalismo d’inchiesta e si toccano interessi rilevanti consolidati nel tempo.


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