Lucarelli: "Voglio sacrificio" |Marra: "Niente programmazione" - Live Sicilia

Lucarelli: “Voglio sacrificio” |Marra: “Niente programmazione”

Il nuovo tecnico pensa al campo, il predecessore attacca in modo non troppo velato la società.

lega pro - caos messina
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MESSINA – Inizia con un successo l’avventura di Cristiano Lucarelli sulla panchina del Messina, con il tecnico toscano che si gode il successo per 2-0 contro la Vibonese nei trentaduesimi di finale della Coppa Italia di Lega Pro. I gol di Ferri e Madonia spalancano le porte ad un nuovo derby con il Catania, ma certamente non devono far credere che il peggio sia passato. Il match contro i calabresi è stato fortemente caratterizzato da ritmi da allenamento, ma questo era del tutto prevedibile, anche se i giallorossi hanno meritato il successo per la voglia e la determinazione mostrati sul campo. La squadra è apparsa reattiva, segno che almeno sotto l’aspetto mentale il cambio della guardia in panchina ha dato gli effetti sperati. Tatticamente il tecnico toscano non ha stravolto più di tanto la squadra, affidandosi a quel 4-3-3 utilizzato da Marra nelle primissime giornate. Il primo obiettivo dovrà essere il recupero tecnico e mentale di Milinkovic, messo fuori rosa a Catania ed entrato a gara in corso a Monopoli. Il giocatore serbo può dare rapidità ed imprevedibilità ad un attacco Pozzebon-dipendente, con quest’ultimo che salterà il match di domenica pomeriggio contro la Casertana al “Franco Scoglio”.

Dietro c’è da registrare tanto, i 15 gol subiti sin qui rappresentano un fardello non da poco e in questo caso il calcio è davvero matematica, perchè se una squadra segna con il contagocce e subisce tanto, si può ritrovare facilmente con una media punti (da retrocessione) di 0,77 a partita. C’è da rigenerare un gruppo, ecco da dove partirà Cristiano Lucarelli, così si spiega quell’abbraccio collettivo a fine partita: “Per me quell’abbraccio è il momento ideale per guardarsi negli occhi – spiega Lucarelli – e avverrà sia che si vinca oppure che si perda. Dobbiamo avere sempre la sensazione di aver dato tutto, fino all’ultimo secondo. Può succedere di giocare bene o male, ma bisogna comunque sacrificarsi per i compagni”.

“Ai tifosi prometto con tutte le mie forze che cercheremo di esaudire la loro richiesta di rispettare la maglia – prosegue il tecnico – ma a volte è semplicemente per dei limiti tecnici o mentali per cui non si riesce, oppure in quanto certi giocatori non sopportano il peso della maglia del Messina. Qui si sta vivendo un momento simile a quello del Livorno ed ero preparato, ma in questa situazione il pubblico può fare il dodicesimo ed anche il tredicesimo uomo in campo. Non posso pensare che i nostri tifosi non ci aiutino. La squadra del cuore è come un figlio e anche nelle disgrazie va difesa e sostenuta”. A breve sarà tesserato anche Giulio Grifoni, giocatore che Lucarelli conosce molto bene: “Può giocare da esterno basso nella difesa a quattro, giostrando su entrambe le fasce, oppure da esterno alto e da mezzala. Un vero jolly, insomma, alla Giaccherini. E’ cresciuto nel vivaio della Fiorentina, ha circa 200 presenze in Lega Pro e l’anno scorso ha giocato tra Prato e Juve Stabia. Nella passata stagione aveva un accordo con il Carpi, poi sfumato dopo l’addio di Giuntoli. Il ragazzo ha accusato psicologicamente il colpo. In estate ha svolto tutta la preparazione e le amichevoli col Gavorrano, che puntava anche ad ingaggiarlo, ma lui voleva una piazza più ambiziosa. E’ partito subito per Messina appena l’ho chiamato. Si tratta di un elemento del ’93, i misteri del calcio sono che fosse senza squadra. Presto dovremmo ufficializzare il suo tesseramento”.

Intanto però c’è chi ancora mastica amaro per l’esito della loro avventura in riva allo Stretto. Si tratta di Sasà Marra ed Enrico Buonocore, che in una lettera hanno voluto rivolgere questo pensiero ai tifosi: “Abbiamo lasciato trascorrere qualche giorno e sedimentare l’amarezza per non essere riusciti a soddisfare le aspettative dei tifosi. Abbiamo preferito scrivere di nostro pugno, piuttosto che rilasciare un’intervista, che avrebbe potuto generare fraintendimenti e, soprattutto, sovra-interpretazioni, come già successo troppe volte e in breve tempo. Quando ci è stato chiesto di venire a Messina, entrambi abbiamo preso una decisione con il cuore, senza metterci la testa. Senza volere mancare di rispetto ad alcuno, se non si fosse trattato di Messina ci saremmo presi qualche giorno di riflessione. Ma Messina è una città che portiamo e porteremo sempre nel cuore e per questo non potevamo che rispondere presente. Con ciò non è nostra intenzione sostenere di avere peccato di superficialità, sottovalutando eventuali difficoltà che sono comunque nella norma in questo lavoro”.

“È chiaro che, quando si verifica un cambio di panchina a quattro giorni dall’inizio del campionato, qualcosa non va – osservano -. Alcune vicende, poi, costituiscono un dato di fatto: strategie di mercato affidate a tante persone diverse, tranne che all’allenatore; il 60% dei giocatori arrivati negli ultimi giorni di trattative; calciatori che non hanno svolto il ritiro estivo, mentre altri sono andati via a campionato iniziato; la richiesta di acquistare un centrocampista e un attaccante rinnovata tante volte e mai presa in considerazione. L’elenco, insomma, è lungo. Alle condizioni di lavoro complicate, vanno però aggiunte le pressioni a cui erano quotidianamente sottoposti i ragazzi. Pressioni dovute a dichiarazioni relative al raggiungimento di un piazzamento ben oltre il limite del possibile, rilasciate da chi non ha tenuto conto della realtà dei fatti, oltre che di alcuni degli aspetti precedentemente elencati. Programmazione e passione disinteressata non hanno certo caratterizzato l’ultimo periodo”.

Marra e Buonocore proseguono così: “Ci abbiamo messo il massimo dell’impegno, non abbiamo lesinato energie durante la nostra permanenza sulla panchina del Messina. Di sicuro abbiamo commesso degli errori che – ciò non rappresenta una giustificazione – sono stati fatti nell’intento di raggiungere buoni risultati e per questo motivo non abbiamo alcunché da rimproverarci. Abbiamo dato di più di quanto avevamo. Ringraziamo tutti i messinesi che ci hanno sostenuto e hanno compreso il nostro impegno. Siamo certi che il nostro è solo un arrivederci. Senza sapere quando, a Messina – che consideriamo casa nostra – ritorneremo. Grazie di cuore e sempre forza Messina”.


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