Buttafuoco stronca | l'ultima pifferata di Pif - Live Sicilia

Buttafuoco stronca | l’ultima pifferata di Pif

un film fatto a pezzi
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Dopo l’insopportabile svenevolezza di un polpettone come “La mafia uccide solo d’estate”, Pif ci riprova con il suo “In guerra per amore”. Film che i critici ammaestrati hanno già salutato come un quasi capolavoro. Ma com’è il filmino? Ecco l’accenno di trama da un sito cinematografico: “New York 1943. Mentre il mondo è nel pieno della seconda guerra mondiale, Arturo vive la sua travagliata storia d’amore con Flora. I due si amano, ma lei è promessa sposa al figlio di un importante boss. Per convolare a nozze, il nostro protagonista deve ottenere il sì del padre della sua amata che vive in un paesino siciliano. Arturo, giovane e squattrinato, ha un solo modo per raggiungere l’isola: arruolarsi nell’esercito americano che si prepara per lo sbarco in Sicilia: l’evento che cambierà per sempre la storia della Sicilia, dell’Italia e della Mafia”. La mafia, la guerra, l’amore. Insomma, una fissazione.

Su cui ha detto qualcosa Pietrangelo Buttafuoco che ha visto la pellicola insieme all’autore, secondo la cronaca di Aldo Cazzullo sul ‘Corriere della sera’. Pietrangelo ha sottolineato più di una volta le incongruenze della ricostruzione con la matita blu: “Nel tuo film gli americani sono i buoni. Non c’è il massacro di Acate: 76 siciliani inermi messi in fila e ammazzati, con l’unico scopo di terrorizzare i civili. Non c’è lo scempio del museo archeologico di Catania, con i reperti gettati in via Etnea e il direttore costretto a spazzarli. La Sicilia fu l’unica terra sottoposta al Comando di occupazione; dalla Calabria in su si chiamava Comando di liberazione. I siciliani furono trattati come nemici. E tali erano. (…)  Per me è una ferita straziante. Due miei familiari furono condannati a morte dal comando alleato per aver militato nei Far, Fasci d’ azione rivoluzionaria, che difesero l’isola. Altri parenti erano emigrati in America. Ogni volta che si rivedevano, si scambiavano accuse: “Voi ci avete bombardati!”. “Voi ci avete sparato contro!””.

E altre sottolineature che isolano la favola dalla storia, su fascismo e antifascismo, sugli americani, sui boss, sulla mafia. Come dire: non basta essere stato un idolo renziano della Leopolda per avere mano libera su tutto lo scibile delle corbellerie. Ma – si sa – il filone d’oro della popolarità va sfruttato fino in fondo, anche se la fissazione è peggio della malattia. Qualcuno salvi il soldato Pif.

 

 

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