Tanti assenti, consulenti, zero leggi |È l'inutile Assemblea regionale - Live Sicilia

Tanti assenti, consulenti, zero leggi |È l’inutile Assemblea regionale

A ottobre Ars riunita per 5 ore e mezza: 11 minuti al giorno. Tanti deputati presenti a meno della metà delle sedute. Ma ecco nuovi collaboratori.

PALERMO – A ottobre hanno lavorato in Aula la bellezza di cinque ore e mezza. Da Ferragosto ad oggi, cioè negli ultimi due mesi e mezzo, la “fatica” tra gli scranni di Sala d’Ercole supera le 19 ore complessive: poco più di due ore a settimana. Per chi, almeno, tra quegli scranni si è recato. Perché qualcuno ha partecipato soltanto a quattro, sei otto delle 22 sedute svolte dal Parlamento siciliano nei mesi di luglio, agosto e settembre. Nel frattempo, però, a “sostenere” questo massacrante lavoro, sono arrivati nuovi consulenti.

È la solita Assemblea regionale siciliana, costosa e spesso inutile. Dalle ferie iniziate il 10 agosto a oggi, infatti, non è stata approvata nemmeno una legge. Se si esclude, ovviamente, la “maxi-sanatoria” dei debiti fuori bilancio, giunta al termine di un percorso fatto di polemiche, dubbi, ombre e di un numero legale in Aula che faticava a trovarsi. E dire che nelle varie Commissioni languirebbero una sfilza di disegni di legge, da quello sulla Formazione alla riforma sui Forestali, giusto per fare due esempi. Ma nulla. Per un motivo o l’altro, l’Ars non produce.

Il lento rientro dalle vacanze

Nei mesi di settembre e ottobre l’Ars ha svolto 15 sedute. E se nel primo mese di rientro dalle ferie inziate il 10 agosto (un rientro comodo, il 13 settembre) i deputati hanno lavorato in Aula 13 ore e 40 minuti per sette sedute, a ottobre i numeri sono “crollati”. A fronte di un numero maggiore di sedute d’Aula, otto stavolta, il lavoro complessivo tra gli scranni è stato di appena 5 ore e mezza. Una media di 11 minuti al giorno. E in effetti, in qualche caso il Parlamento si è riunito per sedute di appena 25 minuti (è successo il 5 e il 12 ottobre) se non addirittura di un quarto d’ora, un vero pit-stop a Sala d’Ercole, quello dello scorso 19 ottobre.

Zero leggi e tanti assenti

Risultati? Nulla, ovviamente. E in qualche caso sembra che la cosa non interessi nemmeno a tutti i deputati. Sono diversi, infatti, quelli che hanno preferito o hanno dovuto, spesso e volentieri, disertare i lavori d’Aula. Nei mesi di luglio, agosto e settembre, gli ultimi per i quali esiste una rilevazione ufficiale dell’Ars, infatti, si sono svolte 22 sedute. Il parlamentare dell’Mpa Toti Lombardo, figlio dell’ex governatore Raffaele, ha partecipato solo quattro volte. È lui a guidare il gruppone degli “assenteisti”. Ma è in buona compagnia. Ha partecipato solo sei volte su 22 la deputata messinese del Movimento cinque stelle Valentina Zafarana, solo otto volte il parlamentare Pd Pippo Nicotra e il collega del Cantiere popolare Pippo Gennuso, in Aula 9 volte su 22 invece Nicola d’Agostino di Sicilia Futura, mentre assenti in almeno la metà delle sedute sono stati anche Nello Dipasquale (Pd), Nino Germanà (Ncd), Giampiero Trizzino (M5S).

Gli altri, tutti virtuosi? Non proprio. O meglio, non è detto che lo siano. Perché il regolamento dell’Ars prevede che vengano conteggiate “d’ufficio” le presenze di una serie di parlamentari che ricoprono altri ruoli, come quelli di presidente di commissione, componente del Consiglio di presidenza, di assessore regionale o di capogruppo. Insomma, 38 deputati risultano “presenti” anche quando non ci sono. Ma qualche stakanovista lo trovi lo stesso. È il caso del deputato Udc Totò Lentini e del suo collega del Pd Giovanni Panepunto: sempre presenti anche loro, ma presenti davvero. Hanno saltato solo un giorno a Sala d’Ercole invece l’esperto parlamentare dell’Mpa Giovanni Greco, la trapanese del Pd Antonella Milazzo, la collega dem catanese Valeria Sudano e il grillino Stefano Zito. Tra i più presenti anche il democratico Giuseppe Arancio, l’azzurro che fa un torto al suo cognome cioè Giorgio Assenza, la grillina Angela Foti, il parlamentare-consigliere di Forza Italia Giuseppe Milazzo e l’ex Pd Francesco Riggio che però presto dovrà ufficialmente lasciare Sala d’Ercole dopo la condanna per lo scandalo Ciapi.

I consulenti non finiscono mai

Eccezioni positive in un’Assemblea improduttiva, spesso vuota e dalle riunioni inutili. Nonostante tutto, i parlamentari sembrano avere costantemente bisogno di una mano. Dei “consulenti estivi” abbiamo già scritto in un’altra occasione. Ma la tendenza a chiamare dall’esterno nuovi collaboratori è serenamente ripresa dopo le ferie. E così, ecco la strana “assunzione” di Nino Oddo che ha chiamato come “addetto alla segreteria” Antonino Termine: per lui 1.900 euro lordi, ma il contratto, si legge già sul sito dell’Ars, verrà revocato “con decorrenza 20 dicembre 2016”. Il 5 ottobre scorso, invece, il deputato segretario Dino Fiorenza ha chiamato come collaboratore Davide Cunsolo: per lui contratto con scadenza al 31 marzo del 2017 e uno stipendio da mille euro lordi al mese. Ma a “rimpolpare” la propria segreteria è stato soprattutto il “fresco” deputato segretario di Forza Italia Vincenzo Figuccia che il 10 ottobre ha firmato cinque contratti di collaborazione coordinata e continuativa: il rinnovo del contratto di Maurizio Villaggio fino al 16 novembre e di Rosa Giglio e Romina D’Amato fino al 16 gennaio 2017 (per loro stipendio da mille euro lordi), oltre ai nuovi contratti per Antonio Giuffrida (mille euro lordi fino al prossimo gennaio) e Ugo Zagarella (1.900 lordi euro fino al prossimo gennaio). Perché i deputati che non producono, hanno comunque bisogno di aiutanti.


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