Riscossione Sicilia pignora 4 mln |"Mai visti funzionari del Comune" - Live Sicilia

Riscossione Sicilia pignora 4 mln |”Mai visti funzionari del Comune”

L'Equitalia siciliana ha iniziato ad aggredire i conti del Comune e della vecchia Amt.

debiti di palazzo degli elefanti
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CATANIA – Al via il pignoramento dei conti correnti del Comune da parte di Riscossione Sicilia. Già 4 milioni di euro sarebbero stati bloccati per debiti con il fisco. Lo afferma l’amministratore unico dell’ente Antonio Fiumefreddo che, dopo l’annunciato accordo preso con l’amministrazione comunale e il primo cittadino, lo scorso luglio, pare proprio aver perso la pazienza. “Piena collaborazione tra il Comune e Riscossione Sicilia per dare un segnale di trasparenza e moralizzazione”.

Era luglio 2016 e ad affermare questa volontà di collaborare con Riscossione Sicilia era il sindaco Bianco, subito dopo l’incontro con Antonio Fiumefreddo, amministratore unico dell’Equitalia siciliana che, pochi giorni prima, aveva annunciato la volontà di procedere contro i Comuni debitori, tra cui proprio quello etneo in debito con il fisco di quasi venti milioni. “Si lavorerà congiuntamente su tre questioni – si legge ancora nella nota inviata dall’ufficio stampa del Comune – attraverso una collaborazione tra gli uffici dei due enti saranno verificate le varie cartelle che Riscossione ha notificato al Comune; la cifra definitiva sarà pagata attraverso una rateazione che tenga conto delle esigenze di bilancio; si avvierà una task force per valutare le cartelle emesse dal Comune verso terzi e ancora non riscosse dalla società regionale”.

Una serie di azioni che, però, non sarebbero state portate avanti dall’amministrazione comunale, stando alle parole dello stesso Fiumefreddo che evidenzia come, da quel dì, non sia cambiato alcunché. “Quando ho incontrato il sindaco Bianco a Palazzo degli Elefanti – spiega l’amministratore – ho dato indicazioni su quanto previsto dalla legge per evitare il pignoramento delle somme ai Comuni, ovvero la possibilità di fare una sorta di piano di rientro, che possa essere compatibile anche con le esigenze di bilancio dell’Ente locale, per bloccare l’azione di recupero crediti da parte di Riscossione Sicilia”.

Una sorta di quanto già fatto per le casse comunali con il Piano di riequilibrio, in chiave più modesta – quanto meno per le cifre di cui si parla. Piano che, sebbene fondamentale per evitare il pignoramento dei Conti e le conseguenti ripercussioni sulla tenuta finanziaria di Palazzo degli Elefanti. “Abbiamo proceduto al pignoramento di 4 milioni – continua Fiumefreddo – da conto corrente in Banca d’Italia, su cui vengono versati i trasferimenti statali. E procederemo – aggiunge – con gli altri conti del Comune.Eravamo convinti che il piano di rateizzazione sarebbe stato fatto  – prosegue – ma, purtroppo, non ho visto alcun funzionario del Comune, per cui siamo stati costretti a procedere”. Azioni che, se portati avanti, potrebbero mandare all’aria la gestione ordinaria delle spese comunali.

A essere pignorati potrebbero essere anche i 42 milioni di euro della vecchia Amt. Anche la Bad company infatti è sotto le mire di Riscossione Sicilia. Soltanto che, fino a quando i fondi del Dl 35 fossero rimasti a disposizione dell’azienda di trasporto in liquidazione, nessuno avrebbe potuto toccarli – proprio perché vincolati al pagamento dei debiti pregressi. Transitando sui conti correnti comunali, invece, potranno essere aggrediti dall’Equitalia siciliana. Questo, potrebbe provocare effetti a cascata deleteri.”Abbiamo già presentato istanza di pignoramento – evidenzia Fiumefreddo – e l’udienza è stata fissata per dicembre”. Il rischio è che Riscossione Sicilia chieda il dissesto del Comune di Catania. “La legge consente al creditore di chiedere la dichiarazione di dissesto – continua Fiumefreddo – anche perché noi dobbiamo recuperare dei soldi e il mancato recupero va giustificato con la Corte dei conti”.

Problemi finanziari che potrebbero scaturire anche di fronte all’iscrizione a ruolo di cittadini deceduti. “Al Comune bbiamo intimato di eliminare dalle liste dei creditori i 19 mila morti iscritti a ruolo – deceduti prima – perché sono somme che non verranno mai recuperate. Questo rappresenta un fatto grave  – conclude – che inficia i bilanci comunali”.

 

 


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