Management nei guai giudiziari| L'inchiesta "travolge" Ksm - Live Sicilia

Management nei guai giudiziari| L’inchiesta “travolge” Ksm

Il patron di Ksm Rosario Basile

Dopo il patron Rosario Basile interdetti i legali rappresentanti. Il figlio Luciano verso la nomina.

PALERMO – Il consiglio di amministrazione dovrebbe riunirsi domani. La situazione in Ksm è caotica. I vertici della società di vigilanza e sicurezza sono finiti nei guai giudiziari. L’ipotesi più probabile è che la scelta di guidare il gruppo ricadrà su Luciano Basile, figlio di Rosario, non coinvolto nell’inchiesta giudiziaria.

Quella che era nata come una vicenda privata – la battaglia fra una donna e il patron Rosario Basile per il mancato riconoscimento di un figlio – ha finito per investire l’azienda. Azienda che oggi si trova a fronteggiare l’azzeramento del management. All’allontanamento forzato imposto a Rosario Basile nelle scorse settimane stamani si è aggiunta l’interdizione del figlio, Filippo Basile (presidente del consiglio di amministrazione) e dell’ex vice questore in pensione Luigi Galvano, che si sono alternati nel ruolo di legale rappresentante della società. Sono indagati perché avrebbero “ingannato” un giudice presentando un documento “falso” per dimostrare l’esistenza di una relazione fra la donna e un altro dipendente. Il documento prima è stato presentato al Tribunale del Lavoro nella causa di licenziamento dei due impiegati e poi, durante l’interrogatorio di garanzia di Rosario Basile, nell’inchiesta penale come prova difensiva. Da qui le ipotesi di falso e frode processuale. Un perito nominato dal pubblico ministero Siro De Flammineis ha stabilito che i tabulati sono stati manipolati. L’elenco degli indagati si completa con i nomi di Francesco Paolo Di Paola, consigliere delegato di Ksm, e del dipendente Francesco Spadaro.

La faccenda è piuttosto delicata, visto che Galvano è l’intestatario della licenza con cui la Prefettura, che in queste ore sta valutando la situazione, ha autorizzato Ksm per il servizio di vigilanza armata. A lui, come a Filippo Basile, il giudice per le indagini preliminari Filippo Serio ha imposto il divieto di ricoprire uffici direttivi per un anno all’interno dell’azienda. Sulla licenza si basa l’impero costruito da Basile, divenuto leader del mercato a livello nazionale. Oggi Ksm è un Gruppo che conta 6.000 dipendenti, 27 centrali operative in tutta Italia, 17 caveaux, 1.300 veicoli al servizio di più di 70.000 clienti e un giro d’affari di oltre 350 milioni di euro.

Rosario Basile ne ha fatto di strada prima che la relazione con una donna facesse tremare il suo impero. Potere e relazioni, innanzitutto con il mondo politico che gli ha riconosciuto un peso elettorale. Nel 2013 fu il primo dei non eletti alla Camera nella lista dell’Udc. Poi, arrivò la nomina nel sottogoverno regionale di Rosario Crocetta come presidente dell’Irfis, carica da cui si è dimesso dopo essere stato travolto dallo scandalo giudiziario.

Enti, porti, aeroporti, comuni, banche o imprese private: ovunque, o quasi, serva un servizio di vigilanza e sicurezza lì si trova un agente in divisa Ksm. Così come gli uomini di Basile, come ricostruì una puntata di Rec, scortarono per un periodo il ministero Angelino Alfano, il quale preciso che sì, è vero, che usufruì dei servizi di Ksm, regolarmente pagati, ma nel 2012, e cioè in un periodo in cui non era più al governo. L’Assemblea regionale siciliana, i comuni di Gela, Caltanissetta, Agrigento, il porto di Messina, gli aeroporti di Palermo e Catania: è lungo l’elenco degli appalti ottenuti da Ksm. Scontato che qualche politico, e c’è chi lo ha anche messo a verbale, in un terra affamata di lavoro, si sia rivolto a Basile per segnalare qualcuno da assumere.

La nota del sindacato

“Siamo molto preoccupati per quanto sta accadendo alla Ksm. In ballo ci sono circa mille di posti di lavoro in Sicilia e seimila in tutta Italia, oltre al bacino legato alle società satellite. Ci auguriamo che le indiscrezioni sul rinnovo del cda previsto per domani siano confermate e vengano garantite le attività della più grossa società di vigilanza nell’Isola”. Lo afferma Marianna Flauto, segretario generale della Uiltucs Sicilia. “Quello che è successo –prosegue – non intacca solo la proprietà ma anche il consiglio di amministrazione. Ci risulta che il cda debba essere rinnovato già domani. Aspettiamo i fatti anche perché il nostro principale interesse è quello di tutelare i lavoratori e i servizi svolti. Ci auguriamo che possa al più presto arrivare una svolta che garantisca il proseguo delle attività e che quanto sta accadendo non crei problemi ai lavoratori e alla tenuta dell’impresa e dei servizi”.


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI