PALERMO – Da corso Tukory al Teatro Massimo. Un quarto d’ora di percorso nel cuore della città a bordo della “Navetta free”: in molti sostengono che se fosse a pagamento funzionerebbe meglio, ma il passeggero vicino risponde che “pure gli autobus in cui si paga il biglietto vanno male e non sono mai puntuali”. Ne nasce una polemica che si snoda tra le varie fermate all’interno del centro storico o e si conclude, probabilmente, soltanto al capolinea di piazza Santo Spirito, alla fontana del Cavalluccio Marino.
“Quando prendevo il 104 arrivavo sempre puntuale ai miei appuntamenti, ma è una linea che cambia sempre percorso”, dice un signore di mezza età al conducente. Quest’ultimo ha appena consigliato ad un anziano di recarsi al commissariato più vicino: non trova più il suo portafogli e pensa di essere stato derubato proprio a bordo del mezzo. “Questa è colpa sua, fa salire troppa gente”, urla una donna rivolgendosi ancora una volta all’autista. “Ma poi questa navetta è troppo piccola – aggiunge una giovane – perché non usate mezzi più grandi?”. “E poi come entra nei vicoli?”. A controbattere è un pensionato che all’improvviso dal suo seggiolino apre gli occhi. Fino a pochi secondi prima sonnecchiava, con la testa penzolante.
Alla fermata di piazza Indipendenza si fa largo una donna sui 60 anni, trascina un trolley, chiede ai più giovani di alzarsi. Una ragazza le cede il posto: “Però così non so dove mettere la valigia”. Si alza anche la sua amica, la signora così occupa due sedili. “Ma lei è turista?”. Le chiede un uomo. “Perché sa, queste navette nascono per i turisti, mica per noi che siamo palermitani. “E lei che ci fa qui?”, gli chiede la donna. “Mi passo il tempo, visto che è gratuita ne approfitto. Anche se questa navetta è troppo lenta”.
