Agguato a Riposto| Trovato assolto in appello - Live Sicilia

Agguato a Riposto| Trovato assolto in appello

Era accusato del tentato omicidio di Falzone.

Il processo
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CATANIA. Assolto per non aver commesso il fatto. Con questa formula i giudici della seconda sezione penale della Corte d’Appello di Catania, presieduta da Dorotea Quartararo, hanno rimesso in libertà Giovanni Trovato, 33enne giarrese, accusato di tentato omicidio. Per l’accusa avrebbe fatto parte del commando che, nel luglio del 2014, tentò di uccidere Luigi Falzone a Riposto. L’uomo era stato arrestato in via Alfieri a Giarre, insieme al 44enne Leonardo Parisi, ritenuto affiliato al clan Laudani, ed al 25enne Remo Arcarisi, al termine di un rocambolesco inseguimento. In primo grado era stato condannato a ben 13 anni di carcere. Due sostanzialmente i motivi di appello presentati dai difensori di fiducia Maurizio Abbascià e Lina Biancoviso e accolti dai giudici. La perizia fonica avrebbe dimostrato che nessuna delle voci intercettate nella Bmw, l’auto nella quale secondo l’accusa si sarebbe trovato l’imputato, apparterrebbe al 33enne. Il fatto che Trovato si trovasse in via Alfieri e che, all’arrivo dei carabinieri, stesse parlando con Parisi e Arcarisi, da lui conosciuti, non dimostrerebbe la sua presenza in quella vettura. Il luogo in cui è avvenuto l’arresto, infatti, è particolarmente animato durante l’estate.

Soddisfazione per l’esito del processo, ma anche un po’ di amarezza per il periodo trascorso in carcere da innocente, è stata espressa dal legale Maurizio Abbascià. “Un errore giudiziario – commenta il difensore di fiducia – che ha avuto pesanti ricadute sulla vita di un giovane incensurato, che ha perso il posto di lavoro e che, vivendo in una piccola comunità, resterà marchiato da questa accusa”.

Si tratta della seconda assoluzione in appello nell’ambito dello stesso procedimento. Lo scorso 13 luglio il 35enne giarrese Salvatore Musumeci era stato assolto, dopo due anni di detenzione, dai giudici della seconda sezione penale della Corte d’Appello di Catania, presieduta da Antonino Fallone. La Corte aveva però confermato le condanne in primo grado del gup Anna Maggiore per Leonardo Parisi, a 10 anni e 9 mesi, per Andrea Spanò e Remo Arcarisi, a 9 anni e 10 mesi.

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