Da Cardinale agli ex di Lombardo | Tutti in prima fila per Renzi - Live Sicilia

Da Cardinale agli ex di Lombardo | Tutti in prima fila per Renzi

Il premier attacca la casta e il passato. Ma ai piedi del palco, l'ex ministro Dc e tanti “trasformisti”.

Il presidente a Palermo
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PALERMO – “Se vince il No, tornano quelli del passato”. Chissà cosa avrà pensato, in quel momento. Seduto in prima fila, ad assistere all’intervento del premier Renzi, il leader di Sicilia Futura Totò Cardinale avrà forse ripercorso velocemente il suo lungo curriculum: trent’annni fa era già sindaco di Mussomeli, poi segretario della Democrazia cristiana di cui divenne deputato nazionale nel 1987, e dove militerà fino al 1994, poi segretario regionale del Ccd, poi al Cdr, quindi ecco l’Udeur di Clemente Mastella, il partito popolare italiano, e ancora eccolo ministro delle comunicazioni col governo Amato e persino, pensate un po’, con i due governi di D’Alema. Quello del No. Il passato.

“C’è qualche democristiano in sala?”, ha chiesto a un certo punto Renzi. A quel punto Cardinale, in prima fila, non poteva non alzare la mano. “Sì, qualche democristiano forse c’è” ha scherzato Renzi. E Cardinale è stato tra i più attivi “animatori” dell’evento di oggi. Sarebbe partito persino qualche pullman, dalle varie province di Sicilia, su impulso dell’ex ministro.

E così, in prima fila c’era un po’ di tutto, tranne che il Pd. Se si esclude Cardinale, tutto sommato, che poi avrebbe dato vita alla Margherita e quindi a un pezzo del partito. Vicino a lui, ad esempio, il capogruppo del suo movimento all’Ars, Beppe Picciolo, eletto con l’Mpa di Lombardo. Ai piedi del palco abbracci e baci, strette di mano e sorrisi. Attivissimo, in elegante abito blu, Edy Tamajo, ex cuffariano poi eletto con Grande Sud di Gianfranco Micciché oggi coordinatore in Sicilia di Forza Italia. C’era anche Salvo Lo Giudice, che è finito alla corte di Cardinale dopo un “giro largo” iniziato con un’elezione addirittura nella Lista Musumeci, quella del rappresentante della Destra in Sicilia. E c’era Michele Cimino, che con Lombardo è stato anche assessore, negli anni ruggenti di Forza Italia. Deputati regionali che si aggiungono ad altri di varia provenienza come l’agrigentino-ex cuffariano Totò Cascio o il catanese ex capogruppo dell’Mpa di Lombardo, Nicola D’Agostino. Insomma, tra i tanti in corsa per un selfie col premier, oggi facevi fatica davvero a trovarne uno, uno solo che fosse stato eletto col Partito democratico.

Certo, magari bastava guardare un po’ più in là. C’era Antonello Cracolici, ad esempio, che del Pd è senza dubbio. Ma che per anni ha rappresentato l’area del partito più vicina a Pierluigi Bersani. Quello del No. Il passato. Che poi, non è che Cracolici sia tanto nuovo. La sua esperienza in Sicilia è lunga e intensa, soprattutto negli ultimi anni, quando (insieme allo stesso Cardinale e al senatore Beppe Lumia) ha sposato la causa prima del governatore eletto col centrodestra Raffaele Lombardo, quindi di un presidente che lui stesso aveva definito inadeguato, come Rosario Crocetta, che oggi sedeva al suo fianco.

Insomma, se Cracolici non è il passato, non è nemmeno una novità. Queste, semmai, vanno cercate sempre tra le prime file, nell’altra metà della platea del Teatro Politeama. Divisi, gli uni dagli altri, come fossero i parenti dello sposo e della sposa. Lì si trovavano, infatti, i renziani del Pd.

Del Pd… si fa per dire, ovviamente. Perché a portare il vessillo del premier, anche oggi, erano Luca Sammartino, eletto con l’Udc, Valeria Sudano cuffariana eletta non a caso col Cantiere popolare, Paolo Ruggirello eletto con la Lista Musumeci dopo un passato con Lombardo e persino col “nuovo Berlusconi” Gianpiero Samorì, e c’era Alice Anselmo, capogruppo dem, pur non essendo stata eletta tra le fila del Pd. C’era anche Stafania Munafò, ex vice capogruppo di Forza Italia al Comune di Palermo. C’era di tutto, nelle prime file. Il premier che dice di combattere la casta, viene accolto da chi è sempre in piedi, nonostante i cambi di stagione (politica), e dai moderni, rampanti professionisti della politica, che hanno agganciato in tempo il carro renziano. C’era di tutto, lì nelle prime file. Tranne il Pd. Quello è già il passato.


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