Musumeci “chiude” il Referendum: | “Minacciati persino i precari” - Live Sicilia

Musumeci “chiude” il Referendum: | “Minacciati persino i precari”

L'ex sindaco Stancanelli: “Tutti coloro i quali gestiscono patronati o hanno riferimenti di deputati regionali o nazionali sono tutti per il Sì”.

#diventeràbellissima
di
3 min di lettura

CATANIA. L’attesa era tutta nel conoscere come Nello Musumeci intendesse chiudere la campagna referendaria legata del No alla Riforma costituzionale. Lui, assieme all’ex primo cittadino del capoluogo etneo Raffaele Stancanelli, ha dato appuntamento a tutti al teatro Abc sotto l’effige del movimento “#diventeràbellissima”: “Questo è un movimento che raccoglie quanti come noi sono stanchi dei partiti ma vogliono metterci la faccia”, tuona dal palco una loquace Giusy Savarino.
Ma Musumeci, si diceva. La sua prima bordata è di quelle chirurgiche: “Voglio solo manifestare profonda amarezza per la condotta degli amici di Renzi che hanno creato una sorta di terrorismo psicologico in questi giorni: ultima, in ordine di tempo, la condotta dell’assessore regionale Baccei che minaccia la instabilità di 15 mila precari siciliani qualora dovesse vincere il No. Siamo davvero alla frutta. E’ indegno che un uomo del governo usi un linguaggio da bassa cucina per condizionare la libera scelta degli elettori: ma questo significa anche che i fautori del Sì sono preoccupati”.

E ancora: “Io credo che sia significativo il fatto che tanta gente si sia accostata dopo tanti anni di insensibilità ad un tema politico di straordinaria importanza. Credo che sia il diritto quasi fisiologico, prima ancora che costituzionale, ad esercitare il diritto del voto che questa Riforma impedirebbe a chiamare tutti a raccolta”.

Infine, il parallelismo con quella che è stata la Riforma delle province: “Una Riforma che nulla ha tolto a quella che era la situazione precedente tranne nel diritto al voto che avevano 44 milioni di italiani. Prima le province ora il Senato: evidentemente, Renzi è convinto che siamo l’unico Paese al mondo con una democrazia senza popolo. Sono sicuro che, qualunque sarà l’esito del referendum, la buona politica dovrà farsi carico delle riforme come quella del sistema fiscale, previdenziale, scolastico e dell’apprendistato. Con questo referendum, gli italiani chiuderanno una pagina legata all’assenteismo dai temi del Paese e tornerà ad occuparsi in prima persona dei temi che riguardano la loro vita. Perché la politica entra nella vita di ciascuno di noi. 
Un ritorno alla cultura della partecipazione: sembra un paradosso in un momento in cui Renzi vuole impedire che in Italia si consolidi una democrazia partecipativa”.

Sul palco sale anche Raffaele Stancanelli che è stato tra i coordinatori del Comitato per il No: “In un mese e mezzo abbiamo girato la Sicilia in lungo e largo. Noi abbiamo chiamato in causa i cittadini: non solo il centrodestra. Del resto, faccia caso ad un fatto: a Catania, tutti coloro i quali gestiscono patronati o hanno riferimenti di deputati regionali o nazionali sono per il Sì. L’ultima che ho visto è una lettera del presidente dell’Ordine dei medici che era necessario cambiare la Costituzione: non so se definirla una menzogna o il tentativo di mistificare la realtà. Tutti i poteri di Catania si sono riuniti per il Sì: noi, invece, abbiamo chiamato a raccolta la gente”.

Alla manifestazione anche una rappresentanza del centrodestra come il portavoce di Noi con Salvini, Fabio Cantarella. E come l’eurodeputato Salvo Pogliese: “Sono convinto che il No vincerà. Tuttavia, un risultato il centrodestra lo ha già ottenuto ed è quello che ci si è riusciti a ricompattarci dopo gli errori del passato. Dal 5 in poi si potrà scrivere una pagina nuova”.


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI