"Perquisiti i pannolini dei bimbi | Ecco le condizioni del carcere" - Live Sicilia

“Perquisiti i pannolini dei bimbi | Ecco le condizioni del carcere”

La denuncia di Rita Bernardini sul carcere 'Petrusa' di Agrigento.

Agrigento
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AGRIGENTO– La radicale Rita Bernardini ha visitato il carcere ‘Petrusa’ di Agrigento e ha scritto alla Procura. Ecco uno stralcio della sua denuncia

“Molti detenuti in regime di AS3 del carcere di Agrigento mi hanno rappresentato le modalità con cui vengono effettuate le traduzioni in occasione delle udienze che si svolgono presso i Tribunali di Palermo o Catania. Da segnalare il fatto che trattasi di detenuti che hanno sia i familiari che le udienze a Palermo o Catania e che sono stati trasferiti dagli istituti delle due città a quello di Agrigento, il che non si spiega visto che Agrigento è anch’esso gravemente sovraffollato, che diviene gravoso avere i colloqui familiari e che per il trasporto alle udienze i detenuti subiscono un trattamento fortemente lesivo della salute fisica e mentale e ciò senza considerare i costi aggiuntivi che l’Amministrazione penitenziaria deve sopportare.

Secondo quanto mi è stato raccontato, i detenuti vengono svegliati la mattina prestissimo, caricati nel furgone blindato e sistemati -ammanettati- ciascuno all’interno di “gabbiette minuscole” prive peraltro di cinture di sicurezza. Da Agrigento il blindo si dirige poi verso altri istituti penitenziari per raccogliere altri detenuti che hanno udienze a Palermo o Catania, così che il “viaggio” duri un’infinità di ore, anche cinque o sei. Fatta l’udienza (ed è facile intuire in che stato di frustrazione psicologica e fisica), stesso percorso a ritroso fino a ritornare al luogo di partenza di sera tardi o a notte fonda. Considerata l’inesistente manutenzione delle strade siciliane e lo stato dei blindi, non è difficile immaginare come debba sentirsi chi si trovi all’interno del furgone blindato. Non si può peraltro escludere un incidente lungo il percorso. A questo “trattamento” vengono sottoposti anche detenuti malati, magari appena operati al cuore come ci è stato testimoniato nel carcere Petrusa di Agrigento nel corso della visita.

Altro “trattamento” che mi preme segnalare e che mi è stato rappresentato dai detenuti in Alta Sicurezza 3, riguarda le perquisizioni che vengono effettuate in occasione dei colloqui con i familiari. Prima dell’incontro con i familiari, i detenuti vengono fatti spogliare nudi a gruppi di 4 in locali sporchi, fatiscenti e privi di riscaldamento. Non si comprende il motivo per il quale il detenuto sia costretto a farsi vedere nudo da altri che non siano le forze dell’ordine addette alla sicurezza.

Anche i bambini vengono perquisiti in vista del colloquio con il genitore detenuto: vengono tirate giù le mutandine di bambini e bambine e controllato il pannolino. Anche in questo caso non si comprendono le ragioni di tali modalità di perquisizione che possono essere traumatizzanti, considerato che i colloqui sono videoregistrati e si svolgono alla vista del controllo degli agenti”.

 

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