Emergenza al depuratore | “Non sappiamo dove scaricare” - Live Sicilia

Emergenza al depuratore | “Non sappiamo dove scaricare”

La denuncia di una azienda etnea che ha presentato ricorso al Tar. E la replica della Sidra.

PANTANO D'ARCI
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CATANIA. La denuncia è quella di una ditta catanese che si è vista negare la possibilità di scaricare liquami e fanghi provenienti da fosse settiche all’impianto di Pantano d’Arci. Una autorizzazione negata che ha letteralmente messo in crisi il lavoro di una impresa che ora è, per forza di cose, in piena emergenza. L’impianto di depurazione, che è gestito dalla Sidra S.p.A., si trova proprio a ridosso della foce del fiume Simeto e del lago Gornalunga nonché delle cosiddette “Biviere di Lentini” (altra area del fiume): tutte zone di protezione speciale. 
Fatto sta che per il titolare dell’azienda, la situazione si è fatta oltremodo complicata: c’è un’attività bloccata e la negazione delle autorizzazioni allo scarico di quelli che in gergo tecnico vengono chiamati “bottini” ha portato automaticamente ad un ricorso al Tar la cui udienza è stata fissata per il prossimo 26 gennaio.

“La Sidra ci ha risposto che l’impianto è ormai obsoleto e che in mancanza di risorse necessarie la manutenzione ordinaria e straordinaria non viene eseguita con regolarità in attesa degli interventi finanziati con la delibera del Cipe”, spiegano dall’impresa etnea. E ancora: “Ci è stato anche detto che il volume degli apporti di rifiuti liquidi autotrasportati è stato ridotto: ci domandiamo, a questo punto, dove finiscano e dove vengano conferiti gli scarichi. Anche perchè ci è stato sottolineato che il cattivo funzionamento dell’impianto, sanzionato più volte dall’Arpa, sarebbe causa dell’alterazione dell’habitat”.

“Per quanto concerne il tema dello smaltimento dei “bottini” – spiegano intanto dalla Sidra S.p.A. – agiamo quale soggetto privato che deve rispondere solo ed esclusivamente agli obblighi di rispetto della qualità dello scarico del depuratore e di tutela ambientale del corpo ricettore. La società ha messo in atto una serie di iniziative, e altre sono in corso, per controllare più efficacemente e limitare anche i conferimenti mediante bottini. I soggetti che operano nel settore dello smaltimento dei fanghi possono rivolgersi ad altri centri di depurazione autorizzati o dotarsi di un proprio impianto di smaltimento rifiuti liquidi”.

La questione, intanto, non si risolve. E per l’azienda catanese che si è ritrovata nel bel mezzo di una vicenda a dir poco grottesca, la situazione è di piena emergenza.


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