Crocetta rispolvera il Megafono | Cosa resta di quel movimento - Live Sicilia

Crocetta rispolvera il Megafono | Cosa resta di quel movimento

Due eventi a Palermo e Catania per rilanciare la creatura nata nel 2012. L'attacco dei renziani.

PALERMO – “Si darà priorità alle esigenze dei giovani, dei disoccupati, dei poveri e delle imprese. Adesso inizia una nuova stagione politica”. Non sembrano le parole di chi ha governato la Sicilia negli ultimi quattro anni. Ma il presidente della Regione Crocetta ha scelto anche queste, per rilanciare il suo Megafono. Due eventi, previsti tra oggi a Palermo e domani a Catania, serviranno per riesumare la creatura del governatore, che si è liquefatta in questi anni, persino all’Ars, dove è scomparso anche il gruppo parlamentare che faceva capo al presidente.

Una stagione nuova, quella indicata da Crocetta, che però deve ripartire, si legge in una nota del Movimento, dai “risultati conquistati nell’ultimo periodo. Il Pil registra un +1.5% e i dati dell’occupazione sono tornati a crescere dopo anni negativi, segnando un +2.3%”. Numeri “sparati” sui paginoni dei giornali regionali, proprio nelle ore in cui l’Inps raccontava una realtà diversa: in Sicilia, come ha sottolineato anche il segretario regionale della Cgil Michele Pagliaro, nei primi dieci mesi dell’anno si registrano 30.065 assunzioni a tempo indeterminato in meno rispetto ai primi dieci mesi del 2015 a fronte di 16 mila assunzioni precarie in più, e di un incremento annuo dei voucher di circa un milione.

Ma Crocetta partirà da quegli altri numeri, quelli che raccontano una Sicilia felice. E che presto diventerà ancora di più una terra fertile: “Grazie al patto per il Sud – si legge sempre in una nota – 1500 progetti sono immediatamente cantierabili e daranno un determinante contributo alla crescita dei prossimi anni. Infine nell’ultima finanziaria regionale sono contenute norme tecniche e generali a beneficio dell’intera Sicilia, nonché le misure necessarie per chiudere il capitolo dei contrattisti-precari degli enti locali”. Una finanziaria, per intenderci, che la giunta ha approvato ma che non è ancora stata depositata all’Ars, nonostante l’evidente ritardo dei tempi.

Ma tant’è. Il governatore all’Ars non sarà nemmeno oggi e domani, a quanto pare, visto che per le 18 e le 18,30 rispettivamente ha previsto gli eventi del riesumato Megafono. Ma cosa resta del Movimento oggi e a cosa punta questa spolverata al vecchio arnese tenuto finora in garage? Di sicuro c’è che Crocetta ha perso interamente il gruppo di deputati, cinque in tutto, eletti tramite il “Movimento politico Crocetta presidente” oltre a quelli giunti a Sala d’Ercole dal “listino” del presidente. Storie di un lento abbandono a un progetto che presto si risolverà in poco più che una bolla di sapone. Alice Anselmo, e Nello Dipasquale andranno via presto, creando il gruppo “Territorio”. Entrambi finiranno nel Pd, la prima oggi è anche capogruppo. Ai Dem aderirà presto anche il catanese Gianfranco Vullo, presto salito sul carro renziano. Il messinese Marcello Greco invece aderirà ai movimenti creati da Totò Cardinale (Pdr, Drs, Sicilia Futura), mentre l’ex questore di Gela Antonio Malafarina, il capogruppo Giovanni Di Giacinto e il deputato trapanese Nino Oddo sposeranno la causa dei “nuovi” socialisti. Il notaio siracusano Giambattista Coltraro, invece, finirà a guidare il gruppo “Sicilia democratica”. Dal Megafono, per un breve periodo transiterà anche il deputato catanese Marco Forzese, poi tornato all’Udc.Sono andati via tutti, alla fine.

Cosa resta oggi? Poco o niente. A coordinare il movimento a Catania è Giuseppe Caudo, tra i più combattivi “megafonisti”: “Abbiamo smascherato le imboscate e superato – rivendica oggi – le tante resistenze di questi anni, da oggi è necessario approdare a una nuova forma di alleanza con i siciliani: un’alleanza leale e costruttiva per un progetto che da una parte deve ascoltare il disagio sociale che è emerso dal referendum e da un’altra parte deve dare forza all’idea di una Sicilia che si è affrancata dall’idea di regione canaglia, avendo lottato piu’ di altre il malaffare, e che pertanto merita rispetto”.

Oltre a Caudo, a Crocetta è rimasto un gruppetto di reduci. A cominciare dal più “influente”: perché il senatore Beppe Lumia, è bene ricordarlo, è stato eletto a Palazzo Madama propria tra le fila del Megafono. Tra gli uomini più vicini a lui e quindi, in un certo senso vicini al Megafono, anche il presidente del parco dei Nebrodi Giuseppe Antoci. Per il resto, Crocetta può contare su qualche fedelissimo cresciuto a pane e sottogoverno: è il caso ad esempio del presidente dell’Ast Massimo Finocchiaro, della guida della Seus-118 Gaetano Montalbano, del commissario super-straordinario e pluri-prorogato dell’Esa Francesco Calanna, all’ex assessore e poi consulente personale di Crocetta cioè Salvatore Callari, senza dimenticare il ruolo di Nelli Scilabra, recentemente nominata dal governatore al vertice del Fondo pensioni.

Dove va il Megafono? Questo oggi è difficile dirlo. Da un lato, il presidente della Regione sembra voler testare le possibilità di ricandidarsi da solo alle elezioni regionali. In questo senso, va registrato ultimamente un chiaro avvicinamento al movimento di Totò Cardinale (proprio stamattina Crocetta era al fianco dell’ex ministro a Mussomeli per i 50 anni della scuola Hodierna). Nel frattempo, Sicilia Futura ha annunciato all’Ars la nascita di un “intergruppo” col movimento del Psi all’Ars che potrebbe nascondere il tentativo di creare un movimento politico nuovo in vista delle prossime regionali e anche in vista delle politiche. Dove potrebbero rientrare dalla finestra gli ex Megafono usciti sbattendo la porta. E dove potrebbero trovare spazio, magari, proprio Lumia e Crocetta in vista delle elezioni al parlamento nazionale o per la presidenza della Regione. Intanto, si riparte. E non a caso il governatore oggi presenterà il nuovo piano di comunicazione web e cartacea del Megafono. “Vogliamo che chi ha contenuti coerenti con la nostra proposta politica, si consideri un Megafonista costruttivo e leale con noi, ovvero con coloro i quali hanno tenuto duro e sono stati sempre accanto a Rosario Crocetta e alla sua rivoluzione”, spiega il coordinatore Caudo. Il presidente è già in campagna elettorale.


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