Difesa colabrodo e Barbera indifeso| Palermo, girone d'andata horror - Live Sicilia

Difesa colabrodo e Barbera indifeso| Palermo, girone d’andata horror

Le tre gestioni tecniche e un organico mal costruito spiegano i soli dieci punti in diciotto giornate.

calcio - serie a
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PALERMO – Dieci punti, terzultimo posto in classifica in attesa che il Crotone recuperi un match contro la Juventus, seconda peggior difesa (35 gol subiti) e attacco fra i meno prolifici (16 quelli realizzati) del campionato. Bastano questi pochi dati per riassumere le prime diciotto giornate della stagione 2016/2017 del Palermo, quella che entrerà nella storia come quella che ha riscritto in negativo quasi tutti i record della società siciliana da quando milita nel massimo campionato nazionale. Il perchè di questo bilancio disastroso va ricercato non solo com’è ovvio nei risultati conseguiti dal club di viale del Fante, che chiude la seconda parte del 2016 con appena due vittorie, quattro pareggi e ben dodici sconfitte, bensì nel finale della stagione precedente che vide i siciliani salvarsi per il rotto della cuffia proprio nelle ultime giornate.

Il ‘male’ dell’attuale Palermo va ricercato nei giorni e nei mesi immediatamente successivi al successo per 3-2 al ‘Barbera’ col Verona nel match clou per mantenere la serie A, fra l’altro ultima vittoria registrata in casa dai rosanero. Di quel gruppo che centrò la salvezza con i vari Sorrentino, Maresca, Vazquez e Gilardino la dirigenza rosa ha preferito privarsi degli elementi di maggior esperienza, che avrebbero fatto comodo a Davide Ballardini anche l’anno dopo nella costruzione di un nuovo organico fatto di giovani da formare. Durante il ritiro austriaco arrivano dunque si decide di puntare su tante promesse (Posavec, Embalo, Balogh, Sallai, Nestorovski) e poche certezze (Rajkovic e Diamanti) con il tecnico ravennate che, dopo un apprezabile pareggio a ‘San Siro’ per 1-1 contro l’Inter, alla seconda giornata decide di abbandonare la nave prima che prenda acqua e affondi.

A quel punto Zamparini decide di affidare un progetto nato oggettivamente male ad un tecnico talentuoso, ma alla prima esperienza in assoluto in serie A, come Roberto De Zerbi. Con l’ex Foggia in panchina i rosanero partono male con un 3-0 in casa contro il Napoli ma successivamente iniziano a mostrare segni di crescita con il pari a Crotone in rimonta e sopratutto la prima vittoria stagionale a Bergamo con l’Atalanta nei minuti finali. A confermare il trend negativo dei siciliani in casa ci si mette anche la cattiva sorte quando il tacco di Goldaniga devia un tiro dello juventino Dani Alves nel successo risicato dei bianconeri al ‘Barbera’ anche se la mazzata psicologica al morale dei rosanero lo dà il gol in pieno recupero del doriano Bruno Fernandes a ‘Marassi’ dopo che il Palermo aveva condotto per lunghi tratti il match in vantaggio col solito Nestorovski.

Una delle note liete del girone d’andata è la scoperta dell’attaccante macedone. Arrivato come oggetto misterioso dai croati dell’Inter Zapresic, dove aveva vinto titoli di capocannoniere, Nestorovski inizia a segnare con estrema regolarità dalla trasferta di Pescara col Crotone arrivando a realizzare ben sette reti, purtroppo poche decisive ai fini del risultato finale, prima di un nuovo digiuno che lo afflige ormai da più di un mese. Non bastano però nemmeno i gol del numero 30 a salvare la panchina di De Zerbi che è costretto a lasciare la Sicilia dopo il per niente invidiabile record di otto sconfitte consecutive (compresa un’eliminazione in Coppa Italia ai rigori per mano dello Spezia, ndri) sotto la gestione del vulcanico presidente Zamparini che mai era arrivato a resistere tanto prima di far calare la mannaia dell’esonero.

Ed eccoci ai fatti delle ultime settimane. Eugenio Corini che accetta di tornare, lì dove da calciatore aveva lasciato forse il miglior ricordo possibile in una piazza che lo ha amato e incitato da capitano, con l’obiettivo di salvare il Palermo da un destino che al momento sembra inevitabile. Con il ‘Genio’ in panchina la storia non sembra prendere una piega diversa (sconfitte con Fiorentina e Chievo) anche se il successo rocambolesca di Genova per 4-3 rilancia le ambizioni di un gruppo che dopo il pari casalingo col Pescara chiude comumque senza un successo al ‘Barbera’ il suo girone d’andata (era successo al Verona la passata stagione e alla fine gli scaligeri retrocessero). Adesso le speranze del tecnico sono affidate al mercato, ultima ancora di salvataggio nella burrasca in cui si trovano i rosanero.


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