L'anziano bruciato vivo a Siracusa | Scatta il secondo arresto - Live Sicilia

L’anziano bruciato vivo a Siracusa | Scatta il secondo arresto

Gli arrestati Andrea Tranchina e Marco Gennaro

Un 19enne bloccato a Fiumicino, era di ritorno dalla fuga a New York. Nella foto la vittima

SIRACUSA – Arrestato all’aeroporto di Fiumicino il secondo giovane accusato dell’omicidio di Giuseppe Scarso, l’anziano siracusano arso vivo nella sua abitazione la notte del primo ottobre e morto dopo 75 giorni di agonia al Cannizzaro di Catania. Si tratta del diciannovenne Marco Gennaro, ritenuto complice del diciottenne Andrea Tranchina già in carcere dal 17 dicembre scorso. Per entrambi su richiesta della Procura di Siracusa, il Gip Carmen Scapellato ha già emesso l’ordinanza di custodia cautelare in carcere con l’accusa di omicidio volontario. Gennaro, che era ricercato, è stato arrestato appena rientrato dagli Stati Uniti, dove pare si trovasse già da prima che il tribunale di Siracusa emettesse il provvedimento nei suoi confronti.

Irreperibile al momento dell’esecuzione del fermo, aveva lasciato l’Italia pochi giorni dopo il fatto e, grazie a un visto di ingresso per turismo, si era diretto a Phoenix. Attraverso il Servizio centrale operativo ed il Servizio di cooperazione Internazionale dell’Interpol, era stato localizzato dalle forze di polizia federali americane e monitorato fino al momento dell’imbarco sul volo New York–Roma Fiumicino di oggi, prenotato da Gennaro per il rientro in Italia alla scadenza del permesso per turismo. Prontamente bloccato al momento dello sbarco sul suolo italiano, il giovane è stato condotto nel carcere di Civitavecchia. Secondo la ricostruzione di investigatori e inquirenti, i due si sarebbero resi responsabili di un’escalation di condotte moleste nei confronti dell’anziano, culminata nell’ultima che si è rivelata fatale. Già il 28 settembre i due, insieme a un terzo giovane, si erano avvicinati alla casa di Scarso e avevano gettato all’interno sterpaglie cercando di appiccare il fuoco, dando alle fiamme il portone d’ingresso.

Il 30 settembre gli stessi giovani avevano molestato l’anziano gettandogli dell’alcol sui gradini della porta di casa: le fiamme avevano raggiunto l’anziano al volto provocandogli delle ustioni. La terza notte, quella tra l’uno e il due ottobre, solo Tranchina e Gennaro secondo gli inquirenti si sarebbero introdotti nell’abitazione e dopo aver dato alle fiamme Scarso sarebbero fuggiti. Le indicazioni del terzo ragazzo, assente la terza sera (su di lui solo l’accusa di condotte moleste), si sono rivelate fondamentali ai fini della svolta investigativa. Insieme a una quarto teste avrebbe raccolto le confidenze dei due giovani che ora sono accusati di omicidio in concorso.

Intanto, la prossima settimana il tribunale del Riesame si pronuncerà sull’eventuale ammorbidimento della misura cautelare: dal carcere ai domiciliari. L’istanza è stata presentata il 31 dicembre dal legale di Tranchina, Giampiero Nassi, e anche dal legale d’ufficio di Gennaro.

 


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